BALACH
Balc F; Balch L; Balach P; Balabach V; Balach VA; Balen VB; Balch Z.
BIBLIOGRAFIA – Cardona 1975, p. 553; EI2, I, pp. 1000-1002; EIt, s.v. «Balkh»; Pelliot 1959-1973, pp. 71-72 n. 53; Tresso 2006, pp. 416-417.
Il toponimo identifica la piccola città di Balkh, ubicata presso un fiume, ora asciutto, che porta lo stesso nome, nel Turkestan afgano, (EI2, I, p. 1000). B. si trova in una regione molto fertile, lungo un asse commerciale che collega i passi del Kōh-i Bābā al guado dell’Āmūdaryā (EIt, s.v. «Balkh») e che faceva da crocevia tra India, Cina, Turkestan e Iran (EI2, I, p. 1001). Corrisponde all’antica Báktra dei Greci, capitale del regno di Battriana, ed ebbe una grande importanza nella storia culturale della Persia, dall’antichità al Medioevo. Prima della conquista araba fu un centro in cui convivevano zoroastrismo, manicheismo, cristianesimo nestoriano e buddismo: «al culto buddhista era infatti dedicato il famoso santuario di Nawbahār, meta di pellegrinaggi sin dalla Cina, e di cui ci restano numerosi per quanto confusi e leggendarî ricordi negli storici e geografi arabi» (EIt, s.v. «Balkh»; e vd. pure EI2, I, p. 1001). Dopo essere stata piegata al dominio arabo, B. riuscì a sottrarsi al controllo del califfato di Baghdād, entrando nell’orbita di influenza del Khorāsān, «passando di mano in mano tra le varie dinastie musulmane che vi si succedettero: dai Ṣaffāridi ai Sāmānidi (sec. X), ai Ghaznevidi e ai Selgiuchidi. Devastata dai Mongoli di Genghīz Khān nel 1220, disputata fra gli Uzbeki e gl’imperatori mongoli dell’India, dopo avere appartenuto a varî rami della famiglia di Tamerlano, Balkh fu successivamente possesso persiano (sec. XVIII), afghāno, degli emiri di Bukhārā, e di nuovo (dal 1841) afghāno» (EIt, s.v. «Balkh; per maggiori dettagli vd. EI2, I, pp. 1000-1002). Quando fu visitata da Marco Polo la città mostrava ancora i segni della devastazione mongola (vd. anche la descrizione di Ibn Baṭṭūṭa, ed. Tresso 2006, pp. 416-417). Dopo una fase di rinascenza sotto i Timuridi, B. iniziò un’irreversibile decadenza alla fine del XV sec., in seguito alla scoperta di un sepolcro che venne attribuito al califfo ‛Alī: attorno a questa tomba, detta Mazār-i sherīf e divenuta oggetto di venerazione degli Sciiti, sorse un nuovo centro che soppiantò quello più antico di B.
[SS]
|
|