BALASSI

R I 25 0; R I 25 3; R I 25 5.

balasci, balaxi F; balaschi L; balasci P; balasi V; bal(l)asi, balassi VB; balasi Z.

BIBLIOGRAFIA – Bacchi della Lega 1968; Lanza 1990d; Pernicone 1946; Varvaro 1957.

I balasci sono delle pietre preziose che si ricavano dalle grotte nascoste all’interno delle montagne del Balaxian, come si afferma in R I 25 3 «[…] si trovano quelle pietre pretiose che si chiamano balassi, molto belli et di gran valuta, et nascono ne’ monti grandi» (e in R I 25 0: «Della provincia di Balaxiam, et delle pietre pretiose, detti balassi, che ivi si cavano»).

Il termine balasso o balascio indica quindi una varietà di rubino geograficamente connotata: nel Milione, infatti, il termine è usato esclusivamente in riferimento ai rubini provenienti dalla regione afghana. Tale distinzione si ritrova anche in buona parte della letteratura odeporica trecentesca, ad esempio in Lionardo Frescobaldi, che cita i «rubbini» e i «balastri» (ed. Lanza 1990d, p. 92), in Niccolò da Poggibonsi, che narra di «rubini e balasci» (ed. Bacchi della Lega 1968, p. 61). Anche il Sacchetti, nel Trecentonovelle, distingue tra i due tipi di pietre preziose («Questo [Dio] non avrebbe fatto quanti rubini e quanti balasci furono mai», ed. Pernicone 1946, p. 160).

Il testo poliano di Ramusio aggiunge, sulla scia di Z e VB, alcune note riguardo all’estrazione dei b., quando narra che quelli provenienti dal monte Sicinan (probabilmente, più che di un monte specifico si tratta della regione assai montagnosa del Shighnan, nell’estremo nord-ovest del Badakhshān) sono di esclusiva proprietà del re, pena la morte, perché in caso di una maggiore diffusione delle pietre preziose il loro valore ne verrebbe diminuito (R I 25 4); tale informazione è riportata anche da Antonio Pucci, che nel Libro di varie storie scrive: «Balascia è una provincia dove nascono le pietre preziose che si chiamano balasci, ed è pena la testa chi ne cava del reame altri che’l signore, però che ve n’ha tante che se ciascuno avesse la tratta diventerebbero troppo vili» (ed. Varvaro 1957, p. 50).

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