CHESMUR

R I 14 10; R I 27 0; R I 27 1.

Chesciemur, Chesinmur, Kesimur F; Kesimur, Quesimur L; Chesimur P; C(h)asimur, Chisuamor V; Arionichisorennor, Chesimur VA; Cheschemur VB; Chesmir Z.

BIBLIOGRAFIA – Cardona 1975, p. 592; Ménard 2001-2009, II, pp. 56-57; Olschki 1957, p. 232; Pelliot 1959-1973, pp. 241-242 n. 139; Scarcia 1981, p. 171.

Polo non visitò il Kašmīr: quanto ne riferì (e fu trasmesso da Ramusio) gli veniva da notizie di seconda mano, raccolte a corte da informatori mongoli e tibetani (Ménard 2001-2009, II, pp. 56-57). Può essere interessante annotare (anche in relazione alla voce chesmir) che, stando all’interpretazione moderna delle fonti musulmane sul Buddhismo, in Kašmīr («il centro più attivo e tenace della […] secolare propaganda [dell’Islām] a nord dell’Himalaya»: Olschki 1957, p. 232) la presenza buddhista doveva essere nulla nel milieu popolare, a fronte dell’azione di importanti personalità kashmire in quel campo religioso: «ci si potrebbe trovare di fronte a un movimento di élite proprio di pochi privilegiati, non collegato a tradizioni diffuse e come tale, al momento giusto, intellettualmente disponibile a soluzioni sincretistiche. Del resto, proprio il contatto avuto con i mongoli (già influenzati dal clima tibetano) e i rapporti di vicinanza con il Tibet (allora ancora in pieno clima tantrico e vagamente sciamaneggiante) non fanno escludere la conoscenza, almeno, di un certo rituale sciamanico e tantrico-magico nel Kashmir» (Scarcia 1981, p. 171).

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