[0] Della città di Camandu, che si trova doppo una discesa, et della region di Reobarle, et delli uccelli francholini et buoi bianchi con una gobba; et della origine delli Caraunas, che vanno depredando. Cap. 14.
[1] Dapoi la discesa di questo luogo per le dette due giornate si trova una gran pianura, la qual verso mezzodí dura per cinque giornate, nel principio della qual è una città chiamata Camandu, che già fu nobile et grande, ma non è cosí al presente, perché i Tartari piú volte |7v| l’hanno destrutta. [2] Et la region si chiama Reobarle, et quella pianura è calidissima et produce formento, orzo et altre biade. [3] Per le coste delli monti di detta pianura nascono pomi granati, codogni et molti altri frutti, et pomi di Adamo, i quali nelle nostre parti fredde non nascono. [4] Ivi sono infinite tortore, per le molte pomelle che vi trovano da mangiare, né li Saraceni mai le pigliano, perché le hanno in abominatione. [5] Vi si trovano anchora molti fagiani et francholini, li quali non si assimigliano alli francholini delle altre contrade, perché sono mescolati di color bianco et negro et hanno li piedi et becco rossi. [6] Vi sono etiandio bestie dissimili dalle altre parti, cioè buoi grandi tutti bianchi che hanno il pelo picciolo et piano, il che avviene per il caldo del luogo, le corna corte et grosse et non acute; hanno sopra le spalle una gobba rotonda alta duoi palmi, sono bellissimi da vedere, portano gran peso perché sono fortissimi, et quando si dieno cargare si piegano a guisa de’ camelli et poi si levano su. [7] Vi sono anchora castroni di grandezza de asini, che hanno le code grosse et larghe, di sorte che una pesarà libbre trenta et piú, et sono grassi et buoni da mangiare. [8] In questa provincia vi sono molti castelli et città che hanno le mura di terra alte et grosse, et questo per potersi difendere dalli Caraunas, che vanno scorrendo per tutti quelli luoghi depredando il tutto. [9] Et acciò che si sappi quello che vuol dire questo nome di Caraunas, dico che fu uno Nugodar, nepote di Zagathai, fratello del Gran Can, qual Zagathai signoreggiava la Turchia Maggiore. [10] Questo Nugodar, stando nella sua corte, si pensò di voler anchor lui signoreggiar, et però, sentendo che nell’India vi era una provincia chiamata Malabar, sotto ad un re nominato Asidin soldano, la qual non era soggiogata al dominio de’ Tartari, sottrasse circa diecimila huomini, di quelli ch’egli pensava esser peggiori et piú crudeli, et con questi partendosi da suo barba Zagathai senza fargli intender cosa alcuna, passò per Balaxan et per certa provincia chiamata Chesmur, dove perse molte delle sue genti et bestie per le vie strette et cattive; et finalmente entrò nella provincia di Malabar et prese per forza una città detta Dely, et tolse molte altre città circonstanti al detto Asidin, perché li sopravenne alla sprovista. [11] Et qui cominciò a regnare, et li Tartari bianchi cominciorono a mescolarsi con le donne Indiane, quali erano negre, et di quelle procreorno figliuoli che furon chiamati “Caraunas”, cioè “meschiati” nella lingua loro: et questi son quelli che vanno scorrendo per le contrade di Reobarle et per cadauna altra come meglio possono. [12] Et come vennero in Malabar imparorono l’arti magice et diabolice, con le quali sanno far venir tenebre et oscurar il giorno, di modo che, se uno non è appresso a l’altro, non si veggono; et ogni volta che vogliono far correrie fanno simil arti, acciò le genti non si avvedino di loro. [13] Et cavalcano il piú delle volte verso le parti di Reobarle, perciò che tutti i mercatanti che vengono a negociar in Ormus, fin che si avisano che venghino i mercatanti dalle parti d’India, mandano al tempo del verno i muli et camelli, che si son smagrati per la lunghezza del cammino, alla pianura di Reobarle, dove per l’abondanza dell’herbe debbano ingrassarsi: et questi Caraunas, che attendono a questo, vanno depredando ogni cosa, et prendono gl’huomini et vendongli; nondimeno se possono riscattarsi li lasciano andar. [14] Et messer Marco quasi fu preso una fiata da loro per quella oscurità, ma egli se ne fuggí ad un castello di Consalmi; delli suoi compagni alcuni furono presi et venduti, altri furono morti.
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[1] Cum desensum est per istas duas dietas, invenitur quedam planicies magna, que versus meridiem durat per .V. dietas. [2] In principio istius planiciei est quedam civitas nomine Camadi, que iam fuit nobilis civitas et magna valde, sed nunc non sic. [3] Planicies vero calidissima est; producit frumentum et alia blada. [4] Nascuntur poma granata, citrana |9v| et multi alii fructus et poma, que in nostris partibus frigidis non nascuntur. [5] Conversantur ibi turtures infiniti, propter multas pomelas quas ibi inveniunt ad edendum; et sunt sine numero, nec saraceni de eis comedunt unquam, quia eos aborrent. [6] Inveniuntur et ibi fassiani, franculini et alie aves multe.
[22] Et ibi quoddam genus avium nomine franculini, qui a franculinis aliarum contractarum disimilant. [23] Bestie etiam sunt dissimiles ab aliis. [24] Sunt boves magni et toti albi ut nix: pulcerimi sunt visu. [25] Honus magnum portant, quia fortissimi sunt; et cum honerari debent, ad modum camelorum se flectu‹n›t ad terram, |10v| et postmodum onerati, exurgunt. [26] Sunt etiam ibi arietes magnitudinis asinorum, qui sunt grosi et largi caudas ita quod una est bene ponderis .XXX. librarum et plurium. [27] Istis partibus inveniuntur aliqui qui sciunt artes magicas et dyabolicas, quibus tota die celebrant et obscurant ita quod, nisi unus sit prope alium, videri non posunt. [28] Et sic quandoque equitant per .XXX. et .XL. dietas, et ut plurimum versus partes Reobar, et capiunt homines ipsosque vendunt. [29] Et dominus Marcus fere captus fuit ab eis propter obscuritatem illam, sed fugit ad quoddam castrum. [30] Sed aliqui ex eius sociis capti fuerunt et ve‹n›diti, aliqui vero mortui. |
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