SAMARCHAN
Sanmarcan, Sanmarcarm, Sarmarcan F; Sanmarcan L; Samarchan P; Sanmarchan, Sarman V; Sanmarc(h)an VA; Sa(n)marchan VB; Samarcan Z.
BIBLIOGRAFIA – Boulnois 2007, pp. 278-279; Cardona 1975, p. 715; EI2, VIII, pp. 1031-1038; EIt, s.v. «Samarcanda»; Tresso 2006, pp. 413-416.
Samarcanda, capoluogo dell’omonima provincia, è una città uzbeka. Fu capitale della Sogdiana in epoca achemenide; Arriano la cita con il nome di Marákanda nel racconto della spedizione di Alessandro; in seguito fece parte della Battriana e iniziò gradualmente a gravitare verso l’Asia centrale e la Cina, distaccandosi dall’influenza persiana (EIt, s.v. «Samarcanda»). La sua fortunata posizione geografica sulla Via della Seta, e la straordinaria fertilità del territorio circostante, spiegano la grande importanza della città nel corso dei secoli. S. era sede di attività produttive che spaziavano dall’agricoltura, alla lavorazione dei tessuti (seta, lana, tappeti) all’industria della carta (come ricorda Boulnois 2007, p. 279, nel 751 migliaia di soldati cinesi fatti prigionieri dagli Arabi vennero impiegati come manodopera secondo le proprie abilità: «i tecnici cinesi della carta furono […] trasferiti a Samarcanda. Qui venne insegnata ai vincitori la tecnica di produzione della carta, ed è così che Samarcanda diventò il primo centro di quest’industria nel mondo musulmano, che sarebbe diventato il fornitore del mondo cristiano»). Sotto la dominazione araba, iniziata nell’VIII sec., S. riuscì a mantenere una sostanziale indipendenza e a rimanere il centro più prospero della regione, malgrado la capitale amministrativa fosse Bocara (EI2, VIII, p. 1031). Il suo splendore conobbe un temporaneo offuscamento quando i Mongoli, guidati da Činggis Qa’an, raggiunsero la Transoxiana nel 1220 e la conquistarono dopo un assedio di cinque giorni, depredandola e riducendo in schiavitù parte degli abitanti; Ibn Baṭṭūṭa la ricorda ancora come una città in rovina (ed. Tresso 2006, pp. 413-416). La ripresa fu però relativamente rapida, e la sua importanza aumentò progressivamente fino ad avere il suo culmine sotto Tamerlano, che la scelse come capitale e vi fece costruire il proprio mausoleo; durante il regno di Ulūgh Beg venne fondato il famoso osservatorio astronomico, e nel corso del XV sec. la città continuò a esercitare un ruolo importante, soprattutto sotto il profilo culturale, tanto che la sua fama era diffusa anche in Europa. Nel Milione S. è ricordata per la compresenza di cristiani e saraceni, e come luogo del miracolo della colonna (vd. nota a Giovambattista); tracce di una comunità nestoriana sono in effetti precocemente documentate (vd. EI2, VIII, p. 1032), e di origine nestoriana sembra essere lo stesso miracolo narrato da Polo.
[SS]
|
|