SAPURGAN

R I 22 0; R I 22 4.

Sapurgan, Sopurgan F; Sopurgan L; Sopurgam P; Sepurgan V; Sipurgan, Sopurgan VA; Sapurgan Z.

BIBLIOGRAFIA – Cardona 1975, p. 728; EI2, IX, p. 431; Montesano 2014, pp. 74-75; Yule, Cordier 1929, I, pp. 149-150 nota 1.

Sapurgan corrisponde all’odierna Sheberghan, nell’Afghanistan N, sulle rive del fiume Safid. Come ricorda Cardona (1975, p. 728), l’etimologia del toponimo è ricondotta da Laufer al mong. suburγan, “stupa”. Grazie anche alla sua posizione di collegamento tra Balkh e Herat, e al controllo della strada che conduce all’Oxus, S. godette di una grande importanza commerciale fin dall’Età del Ferro (EI2, IX, p. 431). La città attraversò una fase di declino politico ed economico verso la metà del XII sec., in seguito all’indebolimento della dinastia dei Ghaznavidi e a causa sia della concorrenza di altri centri, come Faryab, Talakan, Yahudiyya, che della pressione, a S, della dinastia dei Ghuridi. Ciononostante rimase un fiorente centro sulla Via della Seta, grazie anche al fatto che i Mongoli la risparmiarono, a differenza di quanto accadde ai centri vicini (EI2, IX, p. 431). Una cinquantina d’anni dopo l’invasione mongola, Marco Polo la descrive infatti come un ricco emporio, elogiandone in particolare i dolcissimi meloni (R I 22 4).

Già Yule aveva osservato l’inverosimiglianza dell’indicazione poliana sulla durata della tappa che porta a S. dal castello del Vecchio della Montagna; la questione è così sintetizzata da Montesano (2014, pp. 74-75): «Dopo il Khorasan non è chiaro quale sia stato il percorso: certamente dovrebbero essere entrati dai passi occidentali dell’attuale Afghanistan, oppure dal sud del Turkmenistan, però non sappiamo esattamente da dove; infatti, le prime località a esser rammentate sono Sheberghan, Balkh e Taloqan, che si trovano già fra nord e nord-est del paese. Può darsi che i ricordi non fossero del tutto chiari su questo passaggio […]. dopo la descrizione della strada per il Khorasan, si trova un’evidente interpolazione nell’itinerario, ossia il racconto delle vicende della Setta degli Assassini e dei loro castelli, che si situano a Sud del Caspio». Da qui si arriva a S., «e la distanza fornita per raggiungerla, partendo dai territori della setta, è improponible. Inoltre gli eventi che Marco racconta, ossia l’espugnazione dei castelli per mano di Hülagü, avevano avuto luogo nel 1256; è evidente che Marco non li visitò mai. Ci si può chiedere se, proprio perché non li aveva visti, non faccia confusione situandoli ai confini tra Persia e Afghanistan».

[SS]