SEVASTA
R I 2 2 (Sebastoz); R I 2 5; R I 3 0; R I 3 2.
Sevasto F; Sevasto L; Sebasta P; Simasto, Stavosto V; Sabastala VA; Savasto VB; Sevastio Z.
BIBLIOGRAFIA – EI2, IX, pp. 689-691; EIt, s.v. «Sivas»; Hewsen 2004, pp. 45-; Sinclair 1999; Tresso 2006, p. 327.
Sevasta, oggi Sivas, è l’antica «Sebastea» romana (dal gr. sebáste), nel NE dell’Anatolia centrale. Situata nella valle del Murdau-Su, affluente del Kizil Irmak, si trova a 1200 m di altitudine. La posizione è all’origine della sua importanza storica (EIt, s.v. «Sivas»), particolarmente durante il Medioevo: la città si trova infatti «all’incrocio di alcune grandi arterie commerciali medievali, la più importante delle quali attraversava l’Asia Minore settentrionale da E a O, passando per Erzurum, Erzincan, la stessa S., Ankara e infine Costantinopoli: per questa via giungevano dall’Oriente prodotti cinesi e persiani e dall'Occidente merci europee e balcaniche. La seconda arteria commerciale partiva dai porti del mar Nero, Samsun e Sinope, giungeva a S. attraverso Amasya e Tokat, per proseguire poi verso S-E, fino a Kayseri e a Konya. La terza si diramava da questa seconda strada proprio a S., mettendola in comunicazione con Malatya, con le città della Mesopotamia superiore e infine con Baghdad e il golfo Persico» (Sinclair 1999). Fu capitale dell’Armenia Minore sotto Diocleziano (284-305); ristrutturata e fortificata all’interno di un più ampio progetto difensivo da Giustiniano (527-565), che ne fece il capoluogo della nuova provincia dell’Armenia prima (Hewsen 2004, p. 53). Rimase un centro fiorente in età bizantina, ma raggiunse il suo apogeo sotto i Selgiuchidi, tra XI e XIV sec. (EI2, IX, p. 689). Durante il protettorato mongolo la città conobbe una straordinaria fioritura artistica e architettonica (Sinclair 1999). Ibn Baṭṭūṭa, che la visitò nel XIV sec., ne parla come della più grande città dell’Anatolia ilkhanide, ricca di splendidi edifici, residenza di emiri e funzionari, sede di ricchi mercati (ed. Tresso 2006, p. 327). Dopo la conquista ottomana (1398), S. fu distrutta dalle truppe di Tamerlano nel 1401; malgrado la breve durata della sua dominazione, conclusasi nel 1421, la città entrò in una fase di declino, tanto più che «the caravan route and the prosperity that it had brought to Sebastia now passed throught Tokat to the northwest» (Hewsen 2004, p. 62). S. fu precocemente e rapidamente cristianizzata, come attestano i numerosi martirî ambientati in città (tra i quali quello di San Biagio); la sua islamizzazione iniziò durante il regno selgiuchide (vd. Hewsen 2004, pp. 52-53, p. 59).
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