SOLDADIA
Soldadie F; Soldadia L; Soldadia P; Soldaria V; Soldania VA; Saldadia VB; Soldania Z.
BIBLIOGRAFIA – Cardona 1975, p. 724; EI2, IV, p. 138; Gallo 1955; Heyd 1913, pp. 313-315, 773-774; Jacoby 1995, p. 268; Moule, Pelliot 1938, I, pp. 523-525; Yule, Cordier 1929, I, pp. 2-4, 15, 26; Zorzi 1981b, pp. 13-14.
Odierna Sudak, la S. di Ramusio corrisponde ad una piccola città collocata sulla costa meridionale della Crimea, tra Yalta e Feodosia. Diversamente da altre città sul mar Nero, di origine greca, S. deve la sua origine ad un insediamento di mercanti sogdiani (VI-VII sec.): dal toponimo Sogdiana (< gr. Soughdaia) deriverebbe l’it. Soldaia / Soldachia (vd. Heyd 1913, I, p. 314; Cardona 1975, p. 724). In età bizantina sede vescovile ortodossa, fu contesa ai Cazari (sconfitti da Basilio II nel 1016) e alla metà del XI sec. fu oggetto delle attenzioni dei Cumani. Già fiorente porto commerciale sotto la dominazione cazaro-bizantina, centro di scambio soprattutto di pellame, cera e schiavi, S. acquisì nei secoli una dimensione cosmopolita: la componente greco-ortodossa dominante si affiancava a una presenza Kipchak, e la sua vantaggiosa posizione attirava mercanti da tutto il Levante. Dopo la caduta di Costantinopoli passò sotto il controllo dell’impero di Trebisonda; nel 1223 venne saccheggiata dai Mongoli e, dopo un breve episodio di dominazione turca (tra il 1225 e il 1227), dal 1238 fu soggetta al khanato dell’Orda d’Oro. Con l’ingresso nella vasta area d’influenza dell’impero mongolo (che provocò l’apertura delle vie terrestri per l’Asia), S. beneficiò dell’aumento dei traffici commerciali nel mar Nero (Jacoby 1995, p. 268): il suo porto accoglieva merci e mercanti dalla Russia, dai paesi islamici e dal Mediterraneo, destinati alle vie della seta e delle spezie; e la città era il punto più favorevole per penetrare in Russia, a Kiev e nell’Asia interna («Illud applicant omnes mercatores [...] uolentes ire ad terras aquilonares»: così Guglielmo di Rubruk OFM, che passò per la città nel 1253 – ed. Chiesa 2011, p. 8; vd. Heyd 1913, I, p. 315). Nel 1260 S. fu la base di partenza per il viaggio di Niccolò e Matteo Polo in Asia centrale: essi potevano contare sull’appoggio del fratello maggiore Marco, che a S. aveva una casa e una succursale (il testamento del 1280 ne lasciò l’usufrutto ai figli Marocca e Nicola, e la nuda proprietà alla comunità francescana – Moule, Pelliot 1938, I, pp. 523-525; Gallo 1955, pp. 77-78; Zorzi 1981, pp. 13-14). Come ha notato Heyd (1913, I, p. 315), il caso di Marco il Vecchio non doveva essere un’eccezione: a S. doveva esserci una qualche presenza veneziana già all’epoca dei Polo, o questi non vi avrebbero condotto un carico di mercanzie tanto prezioso). Nel 1288 Venezia inviò nella città il proprio console sul mar Nero, il quale aveva giurisdizione su tutti i concittadini insediati in Crimea (Yule, Cordier 1929, I, p. 4; Jacoby 1995, p. 268). La presenza veneziana fu costretta alla forte concorrenza genovese: tra il 1270 e il 1275 Genova ottenne in concessione dal Khan mongolo il porto di Caffa, e negli stessi anni stabilì i suoi mercanti anche a S. Forti della loro supremazia sul mar Nero, i Genovesi conquistarono la città nel 1365, inglobandola successivamente nella grande colonia di Gazaria. Il governo genovese ebbe l’effetto di rinvigorire la religione cristiana, indebolitasi durante la dominazione mongola (ai tempi di Ibn Baṭṭūṭa la città era quasi completamente islamizzata (vd. Heyd 1913, II, p. 773; Yule, Cordier 1929, I, p. 4). I Genovesi, inoltre, dotarono la città di una grande fortezza le cui vestigia sono visibili anche al giorno d’oggi. La preferenza accordata a Caffa portò alla progressiva diminuzione del volume delle merci che transitavano per S. Il suo declino della divenne definitivo dal luglio 1475, quando fu assediata e conquistata dall’esercito ottomano.
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