CIANGLÚ

R II 49 14; R II 50 0; R II 50 1; R II 51 1.

Cianglu F; Cianglu L; Cyanglu P; Zanglo V; Cinvanglu, Zinvanglu VA; ‹C›agnul VB; Cainglu, Çianglu Z.

BIBLIOGRAFIA – Cardona 1975, p. 593; Haw 2006, pp. 108-109; Pelliot 1959-1973, pp. 259-261 n. 150; Vogel 2013, pp. 330-339.

Il toponimo identifica la città di Changlu, oggi Cangzhou 沧州, sul Grande Canale, nell’attuale Hebei. Come osservato da Haw (2009, p. 108) C. «was a xian as early as 580 […] but under the Northern Song dynasty it was no more than a zhen, a town of less than xian status»; tuttavia nel corso della sua storia la città rivestì sempre una discreta importanza come centro amministrativo del monopolio del sale.

A questo proposito, i dati sulla produzione locale di sale forniti nel Milione, che potrebbero riferirsi sia al sale marino che al salgemma (vd. R II 50 2: «hanno una sorte di terra salmastra, della quale ne fanno gran monti et gettanli sopra dell’acqua, la quale, recevuta la salsedine per virtú della terra, discorre di sotto, et raccolgonla per condotti, et dapoi la mettono in padelle spatiose et larghe, non alte piú di quattro dita, faccendola bollire molto bene; et poi che l’ha bollito quanto li pare, la si congela in sale, et è bello et bianco, et si porta fuori in molti paesi, et quelle genti ne fanno gran guadagno, et il Gran Can ne riceve grande intrata et utilità»), sono esatti, e concordano con quanto si ricava dalle fonti cinesi (Vogel 2013, pp. 333-339, cui si rinvia anche per la descrizione delle varie tecniche di estrazione/lavorazione del prodotto).

[SS, EB]