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R, II 49Cambalu.html

[0] Delle città di Cintigui, Sidinfu, Gingui, Pazanfu. Cap. 49.

[1] Partendosi della provincia di Tholoman et andando verso levante, si cammina dodici giornate sopra un fiume, a torno il quale vi sono molte città et castella, le qual finite si trova la bella et gran città di Cintigui, le cui genti adorano gli idoli et sono sotto il dominio del Gran Can. [2] Vivono di mercantie et arti; fanno drappi di scorzi di alcune sorti d’arbori, che sono molto belli, et gli vestono nel tempo della state, cosí huomini come donne. [3] Gli huomini sono valenti nell’armi; non hanno altra sorte di moneta se non quella di carta della stampa del Gran Can. [4] In questa provincia vi è tanta quantità di leoni che niun ardisce dormir la notte fuor della città per timor d’i detti leoni, et quelli che navigano per il fiume non si metteriano a dormir con loro navilii appresso le ripe, perché si sono trovati i leoni buttarsi all’acqua et notar alli navilii et tirar per forza fuori gli huomini; ma sorgeno nel mezzo del fiume, ch’è molto largo, et cosí sono sicuri. [5] Si ritrovano anchora in detta provincia i maggiori et piú feroci cani che si possano dire, et sono di tanto animo et possanza che un huomo con duoi cani ammazza un leone, et andando per cammino con duoi d’i detti cani, con l’arco et le saette, va sicuramente, perché, se si trova il leone, li cani arditi gli vanno adosso, essendo incitati dall’huomo. [6] Et la natura del leone è di cercare qualche arbore per appoggio, acciò che i cani non li possan andar da drieto, ma che tutti duoi li stiano in fazza; et però, veduti i cani et conoscendoli, se ne va passo passo né per alcun modo correria, per non voler parere che ’l habbi paura, tanta è la sua superbia et altezza di animo. [7] Et in questo andar di passo i cani il vanno mordendo et l’huomo saettandolo, et anchor che ’l leone, sentendosi mordere dai cani, si volti verso loro, sono però tanto presti che sanno ritrarsi, et il leone torna alla via sua passeggiando, per modo che, avanti ch’egl’habbi trovato appoggio, con le saette è tanto ferito et morsicato et sparto il sangue che indebolito cade: et a questo modo con i cani prendono il leone. [8] Fanno molta seda, della quale, portandosene fuor del paese, si fa di gran mercan|40v|tie, per via di questo fiume, qual navigasi per dodici giornate, sempre trovando città et castella. [9] Adorano gl’idoli et sono sotto il dominio del Gran Can; la sua moneta è di carta, et il suo vivere et mantenersi consiste in mercantie; sono valenti nell’arme. [10] Et in capo delle dodici giornate si trova la città di Sidinfu, della quale habbiamo trattato di sopra, et da Sidinfu per venti giornate si trova Gingui, et da Gingui per altre quattro giornate si trova la città di Pazanfu, la quale è verso mezzodí, et è della provincia del Cataio, ritornando per l’altra parte della provincia, le cui genti adorano gl’idoli et fanno abbrucciare i corpi quando morono. [11] Vi sono anchor certi christiani, che hanno una chiesa, et sono sotto il dominio del Gran Can, et spendono le monete di carta. [12] Vivono di mercantie et arti, hanno seda in abondanza, et fanno panni d’oro et di seda et veli sottilissimi. [13] Ha questa città molte città et castella sotto di sé; per quella passa un gran fiume, per il quale si porta gran mercantie alla città di Cambalú, perché con molti alvei et fosse lo fanno scorrere fino alla detta città. [14] Ma al presente partiremo de qui, et per tre giornate procedendo trattaremo d’una città detta Cianglú.