THAURISAbbacu.html

R I 4 5 (Tauris); R I 9 0 (Tauris); R I 9 1 (Tauris); R I 9 6; R I 9 9; R I 10 0; R I 10 1.

Toris F; Toris L; Thaurisium P; Toris V; Turis VA; Toris VB; Thauris, Thoris Z.

BIBLIOGRAFIA – Cardona 1975, p. 745; EI2, X, pp. 41-50; EIt, s.v. «Tabriz»; Pelliot 1959-1973, pp. 847-848 n. 354.

Thauris è l’iraniana Tabrīz, capoluogo della provincia dell’Azarbaijian E. Situata in una fertile pianura acclive, la città è dominata a S dal massiccio vulcanico del Sahand. La sua posizione geografica ne fa un punto di passaggio tra O e E: essa si trova infatti sulla direttrice che congiunge mar Nero e oceano Indiano, e nelle vicinanze di mar Caspio e Araz; la conformazione impervia del territorio circostante la rende tappa di transito obbligato per i viaggiatori (EIt, s.v. «Tabriz»; EI2, X, p. 41). La geografia è quindi responsabile della «persistenza della funzione che la città ha compiuto e seguita a compiere, nonostante le reiterate e gravi devastazioni che, più che gli uomini, vi hanno operato i terremoti» (EIt, s.v. «Tabriz»), coerentemente con quanto osservato già da Polo (R I 9 2: «et è posta questa città in tal parte che dall’India, da Baldach, da Moxul, da Cremessor et dalle parti de’ christiani i mercatanti vengono per comprare et vender diverse mercantie»).

T. fu fondata probabilmente in epoca sasanide, anche se le vicende esatte, riportate in svariate fonti e in leggende, sono piuttosto nebulose; il suo ruolo rimase comunque scarsamente rilevante fino alla conquista araba e oltre, quando doveva avere ancora le dimensioni e le caratteristiche di un villaggio. Alla fine del X sec. iniziò un periodo tumultuoso, che culminò in una nuova fase nel 1231, con la conquista dell’intera regione da parte dei Mongoli (EI2, X, p. 43). Hülegü raggiunse una prima volta T. dopo la presa di Baghdād, nel 1256; vi fece ritorno nel 1263, in seguito alla sconfitta inflittagli nel Caucaso N da Berke. La città divenne capitale sotto Abaγa (1265-1282; quindi nel periodo in cui Polo la visitò), ma raggiunse il suo massimo splendore sotto Casan (Ghāzān), che vi si insediò nel 1295 e diede avvio a un’intensa opera di rinnovamento artistico, edilizio (fece ricostruire le mura e sistemare i numerosi giardini, ricordati anche da Polo, vd. R I 9 5), architettonico (p. es. a Shām, nelle vicinanze di T., fece erigere un imponente mausoleo); durante il suo regno vennero fondati scuole e archivi, e numerosi intellettuali e artisti vi affluirono (EI2, X, p. 43). In seguito la città venne saccheggiata da Tamerlano (1392); dal XV al XVII secolo conobbe diversi dominatori, mantenendo sempre un ruolo politico centrale (EIt, s.v. «Tabriz»). Per etimologia e pronuncia del toponimo vd. Cardona; Pelliot, EI2 (X, p. 42).

[SS]