[0] Della nobil città di Tauris, che è nella provincia di Hirach, et delli mercatanti et abitanti in quella. Cap. 9.
[1] Tauris è una città grande, situata in una provincia nominata Hirach, nella quale sono molte altre città et castelli, ma Thauris è la piú nobile et piú popolata. [2] Gli habitatori vivono delle mercantie et arti loro, perché vi si lavora di diverse sorte di panni d’oro et di seda di gran valuta, et è posta questa città in tal parte che dall’India, da Baldach, da Moxul, da Cremessor et dalle parti de’ christiani i mercatanti vengono per comprare et vender diverse mercantie. [3] Quivi si trovano etiandio pietre preziose et perle abbondantemente. [4] Quivi li mercatanti forastieri fanno gran guadagno, ma gli habitatori sono generalmente poveri, et mescolati de diverse generationi, cioè nestorini, Armeni, iacopiti, Giorgiani et Persi, et le genti che adorano Macometto è il popolo della città, che si chiamano Thaurisini et hanno il parlar diverso fra loro. [5] La città è circondata de giardini molto delettevoli, che producono ottimi frutti. [6] Et i Saraceni di Thauris sono perfidi et mali huomini, et hanno per la legge di Macometto che tutto quello che tolgono et robbano alle genti che non sono della sua legge sia ben tolto, né gli sia imputato ad alcun peccato, et se i christiani li ammazzassero o gli facessero qualche male, sono riputati martiri; et per questa causa, se non fossero prohibiti et ritenuti per il suo signore che governa, commetterebbono molti mali. [7] Et questa legge osservano tutti i Saraceni. [8] Et in fine della vita loro va a loro il sacerdote, et dimandali se credono che Macometto sia stato vero nuntio di Dio, et se rispondeno che lo credono sono salvi: et per questa facilità di assolutione, che li concede il campo largo a commettere ogni sceleratezza, hanno convertito una gran parte dei Tartari alla sua legge, per la quale non gli è prohibito alcun peccato. [9] Da Thauris in Persia sono dodeci giornate. | Hic naratur de esse nobilis civitatis Thoris.
[1] Thoris est quedam civitas magna, sita in quadam provincia Yrach nomine, in qua quidem multe alie sunt civitates et castra, sed, quia Thoris nobilior est, ideo de eius esse tractatur ad presens. [2] In ea quidem habitantes ducunt de mercimoniis et artibus victum suum: nam ibidem laborantur diversi drapi aurei et syricci magni valoris. [3] Reperiuntur etiam ibi lapides preciosi et perule habundanter. [4] Et multe maneries gentium ibi sunt admixte: nam ibi Nestorini, Armeni, Iacopiti, Iorgienses et Perses habitant. [5] Item sunt ibi gentes che Macometum adorant. [6] Civitas vero valata est viridariis delectabilibus, optimos producentibus fructus. [7] Saraceni autem Thoris perfidi sunt et mali: nam ex lege sui Macometi habent quod, quomodocumque possint detrahere gentibus non inherentibus sue legi, ad nulum eis imputatur peccatum. [8] Et si Christiani eos occiderent vel aliquod gravamen eis infferrent, inter sse martires reputantur. [9] Et ob ista‹m› causa‹m›, nisi cogerentur dominio, quam plura mala comiterent. [10] Hanc vero legem universi Saraceni observant. [11] Et in fine sue vite, ad ipsos accedit eorum |7r| presbiter, querens utrum credant Macometum fuisse verum nuncium Dei, et ‹si› respondeant quod credunt, tunc salvi sunt. |
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