R III 44

R III 45

R III 46

R, III 45

[0] Della regione detta delle Tenebre. Cap. 45.

[1] Nell’ultime parti del reame di questi Tartari, dove si trovano le pelli sopradette, vi è una altra regione che si estende fino nelle estreme parti di settentrione, la qual è chiamata dalla oscurità, perché la maggior parte delli mesi dell’inverno non vi apparisce il sole, et l’aere è tenebroso o al modo che gli è avanti che si faccia l’alba del giorno, che si vede et non si vede. [2] Gli huomini di queste regioni sono belli et grandi, ma molto pallidi; non hanno re né principe alla cui iurisditione siano sottoposti, ma vivono senza costumi et a modo di bestie. [3] Sono d’ingegno grosso et come stupidi. [4] Li Tartari spesse fiate vanno ad assaltare detta regione, rubandoli il bestiame et li beni di quelli, et li vanno nei mesi che hanno questa oscurità, per non esser veduti; et perché non saperiano tornare a casa con la preda, però cavalcano cavalle che habbiano poledri, quali menano seco fino alli confini, et li fanno tenire alle guardie nell’entrare di detta regione; et poi che hanno rubato in quelle tenebre et vogliono ritornare alla regione della luce, lasciano le brene alle cavalle, che le possano andare liberamente in qualunque parte che vogliono, et le cavalle, sentendo la usta dei poledri, se ne vengono al dritto dove li lasciarono: et a questo modo ritornano a casa. [5] Gli habitatori di questa regione delle Tenebre pigliano la estate (che hanno di continuo giorno et luce) gran moltitudine di detti armelini, vari, arcolini, volpi et altri simili animali, che hanno le pelli molto piú delicate et preciose et del maggior valore che non sono quelle di Tartari, quali per questa causa le vanno a rubare. [6] Detti popoli conducono la estate le loro pelli alli paesi vicini, dove si vendono, et ne fanno grandissimo guadagno. [7] Et per quello che mi fu detto ne vengono di dette pelli fino in la provincia di Rossia, della qual parleremo, mettendo fine al nostro libro.

P, III 49

De regione tenebrarum. Capitulum XLIX.

|90d| [1] In finitimis partibus regni Tartarorum immediate superius memorati, regio alia est in extremis habitacionibus septemtrionalis plage, que Obscuritas nuncupatur pro eo quod, sole ibi non apparente maiori anni tempore, ibi tenebrosus est aer in crepusculi modum. [2] Sunt autem regionis illius homines pulcri magni et corpulenti, sed palidi sunt valde. [3] Regem non habent neque principem cuius sint dictioni suditi, sed incultorum morum homines sunt bestialiterque viventes. [4] Tartari vero qui huiusmodi hominibus sunt affines, sepe regionem illam obscuram invadunt: ipsorum animalia et bona diripiunt multaque illis inferunt dampna; quia vero propter aeris caliginem ad propria postmodum redire nescirent, equas pullos habentes equitant earumque pullos faciunt in introitu regionis a custodibus detineri, cumque capta in tenebris preda ad regionem lucis volue|91a|rint regredi, equabus suis frena laxantes, ipsas libere quo volunt ire permittunt. Eque autem inhiantes ad filios locum ubi eos dimiserant repetunt cessores suos quo redire non noverunt reducentes. [5] Huius regionis incole capiunt in copia magna hermelinos, varios, herculinos, vulpes et alia huiusmodi animalia habentia pelles admodum delicatas; deferunt pelles ad lucis terras finitimas, ubi de eis faciunt lucra magna.