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[0] Della religione de’ Tartari, et delle opinioni che hanno dell’anima, et usanze loro. Cap. 26.

[1] Et come habbiamo detto di sopra, questi popoli sono idolatri, et per suoi dei tutti hanno una tavola posta alta nel pariete della sua camera, sopra la qual è scritto un nome che rappresenta Dio alto, celeste et sublime: et quivi ogni giorno con il thuribulo dell’incenso lo adorano in questo modo, che, levate le mani in alto, sbattono tre volte i denti, pregandolo che li dia buon intelletto et sanità, et altro non li dimandano. [2] Dapoi, giuso in terra, hanno una statua che si chiama Natigai, qual è dio delle cose terrene che nascono sopra tutta la terra, et li fanno una moglie et figliuoli, et l’adorano nell’istesso modo, con il thuribulo et sbattendo i denti et alzando le mani, et a questo li dimandano temperie dell’aere et frutti della terra, figliuoli et simil cose. [3] Dell’anima la tengono immortale, in questo modo, che, subito morto l’huomo, la entri in un altro corpo, et secondo che in vita si ha portato bene o male, di bene in meglio et di male in peggio procedano: cioè, se sarà pover huomo et si habbi portato bene et modestamente in vita, rinascerà dopo morto del ventre d’una gentildonna et sarà gentilhuomo, et poi del ventre d’una signora et sarà signor, et cosí sempre ascendendo, fin che ’l sarà assunto in Dio; ma se ’l si haverà portato male, essendo figliuol d’un gentilhuomo rinascerà figliuol d’un rustico, et d’un rustico in un cane, descendendo sempre a vita piú vile. [4] Hanno costoro un parlar ornato, salutano honestamente col volto allegro et giocondo, portansi nobilmente et con gran munditia mangiano. [5] Al padre et alla madre portano gran reverenza, et se si trova che alcun figliuolo faccia qualche dispiacere a quelli, o vero non li sovegna nelle loro necessità, vi è un ufficio publico che non ha altro carico se non di punir severamente li figliuoli ingrati, quali si sappino haver commesso alcun atto d’ingratitudine verso di quelli. [6] Li malfattori di diversi delitti che venghino presi et posti in prigione, se non sono spacciati, come vien il tempo determinato del Gran Can, ch’è ogni tre anni, di relassar i presonieri, allhora escono, ma gli viene fatto un segno sopra una massella, accioché siano conosciuti. [7] Devedò questo presente Gran Can tutti i giuochi et barattarie, che appresso di costoro si usavano piú che in alcun luogo del mondo, et per levarli da quelli li diceva: «Io vi ho acquistati con l’armi in mano, et tutto quello che possedete è mio, et se giuocate voi giuocate del mio». [8] Non però per questo li tolleva cosa alcuna. [9] Non voglio restar di dir l’ordine et modo come se portano le genti et baroni del Gran Can quando vanno a lui. [10] Primamente, appresso il luogo dove sarà il Gran Can, per mezzo miglio per riverenza di sua eccellenza stanno le genti humili, pacifiche et quiete, che alcun suono o rumore né voce di alcuno che cridi o parli altamente non si ode; et ciascun baron o nobil porta continuamente un vasetto picciolo et bello, nel qual sputa mentre ch’egli è in sala, perché niuno havrebbe ardire di sputar sopra la sala, et come ha sputato lo copre et salva. [11] Hanno similmente alcuni belli bolzachini di cuoro bianco quali portan seco, et giunti alla corte, se vorrano intrar in sala, che ’l signor li domandi, si calciano questi bolzachini bianchi et danno gli altri alli servitori, et questo per non imbrattar li belli et artificiosi tapedi di seda et d’oro et di altri colori.

Z, 45

[1] Homines itaque provincie Cathay pre aliis gentibus invenit moribus pulcrioribus et pluribus doctrinatos, quoniam in eorum studio semper intendunt et scientie disiplina. [2] Sed morem unum abhorendum invenit, quem totaliter interdixit. [3] Pulcre quidem et ordinate locuntur, honeste salutant, vultu alacri et iocundo, nobiliter et nitide se habent in esu, et sic de singulis. [4] Ydolatri sunt omnes, sed in reverendo suis diis retinent istum modum. [5] Conscientiam vero et curam anime non habent, sed solummodo ad alendum corpus et sibi solatia capienda intendunt. [6] Putant equidem ut, statim cum homo decesserit, aliud corpus intret, et secundum quod se in vita bene vel male gesserat, de bono in melius aut de malo in deterius procedendo. [7] Videlicet si filius militis existat, et vivens se bene gexerit, mortuus de ventre renascitur |22r| comitise. [8] Postmodum remortuus, de ventre renascitur principisse, et sic semper ascendendo donec asumitur in deum. [9] Et sic e contra, eficitur de rustico in canem, semper ad vilia descendendo. [10] Habet quilibet in domo sua statuam appensam in pariete camere, que deum altum celestem representat, vel solummodo ibi nomen dei scriptum. [11] Et sic ipsum adorant: et levant quidem manus et dentes simul ter concutientes, ipsum rogant ut eis erroget vitam longam, alacrem et iocundam. [12] Habent etiam in terra deorsum aliam statuam que Naçagay vocatur, deus terenorum, qui se solum habet intromitere de terenis et rerum nasentium super teram. [13] Apud istum deum eius uxor est et filii, etcetera.