R, II 34Mangalu.htmlMangalu.htmlMangalu.html
[0] Della città di Quenzanfu. Cap. 34.
[1] Partendosi da Cacianfu, si cavalca sette giornate per ponente, trovando continuamente molte città et castella dove si essercitano gran mercantie; et trovansi molti giardini et campi, et tutta la contrada è piena di morari, cioè di arbori con i quali si fa la seda. [2] Et quelle genti adorano gl’idoli, et ivi sono christiani, Turchi, nestorini, et sonvi alcuni Sarraceni. [3] Quivi etiandio sono molte cacciagioni di bestie salvatiche, et si pigliano molte sorti d’uccelli. [4] Et cavalcando sette altre giornate si trova una grande et nobil città chiamata Quenzanfu, che anticamente fu un gran regno nobile et potente; et in quello furono molti re generosi et valenti, et regnavi al presente un figliuolo del Gran Can nominato Mangalú, quale esso Gran Can coronò di questo reame. [5] Et è questa patria certamente di gran mercantie et molte arti: ivi nasce la seda in gran quantità, et vi si lavorano panni d’oro et di seda et d’ogni sorte, et di tutte le cose che s’appartengono a fornir uno essercito; item hanno grande abondanza di tutte le cose necessarie al corpo humano, et compranle per buon mercato. [6] Quelle genti adorano gl’idoli; ivi sono alcuni christiani et Turchi et Sarraceni. [7] Fuori della città forse per cinque miglia è un palazzo del re Mangalú, il qual è bellissimo et è posto in una pianura dove sono molte fontane et fiumicelli, che li discorrono dentro et d’intorno, e vi sono bellissime cacciagioni e luoghi da uccellare. [8] Primamente vi è un muro grosso et alto, con merli a torno a torno, che circonda circa cinque miglia, dove sono tutti gli animali selvaggi et uccelli, et in mezzo di questa muraglia vi è un palazzo grande et spatioso, cosí bello che niuno lo potrebbe meglio ordinare, il qual ha molte sale et camere grandi et belle, et tutte depinte d’oro, con azzurri finissimi et con infiniti marmori. [9] Questo Mangalú, seguendo le vestigie del padre, mantien il suo regno in grande equità et giustitia, et è molto amato dalle sue genti, et delettasi di caggiagione et di uccellare.
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