[0] Della città di Campion, capo della provincia di Tanguth, et della sorte de’ loro idoli, et della vita de’ religiosi idolatri, et il lunario che hanno; et de’ costumi degli altri habitanti nel maritarsi. Cap. 39.
[1] Campion è una città che è capo della provincia di Tanguth: la città è molto grande et nobile et signoreggia a tutta la provincia. [2] Le sue genti adorano gli idoli, alcuni osservano la legge di Macometto, et altri sono christiani, i quali hanno tre belle et grandi chiese in detta città. [3] Quelli che adorano gl’idoli hanno secondo la loro consuetudine molti monasterii et abbatie, et in quelle gran moltitudine de idoli, de’ quali alcuni sono di legno, alcuni di terra et alcuni di pietra, coperti d’oro et molto maestrevolmente fatti. [4] Di questi ne sono de grandi et de piccioli: quelli che sono grandi sono ben passa dieci di lunghezza et giaceno distesi, et li piccioli gli stanno adietro, quasi che paiono come discepoli a farli riverenza. [5] Vi sono idole grande et picciole, che similmente hanno in gran veneratione. [6] I religiosi idolatri vivono, secondo che pare a loro, piú honestamente degli altri idolatri, perché s’astengono da certe cose, cioè dalla lussuria et altre cose dishoneste; quantunque reputino la lussuria non essere gran peccato, perché questa è la loro conscienza, che se la donna ricerca l’huomo d’amore possino usare con quella senza peccato, ma se essi sono primi a ricercar la donna allhora lo reputano a peccato. [7] Item hanno uno lunario di mesi quasi come habbiamo noi, secondo la cui ragione quelli che adorano gli idoli per cinque o quattro o vero tre giorni al mese non fanno sangue, né mangiano uccelli né bestie, come è usanza appresso di noi ne’ giorni di venere, di sabbato et vigilie de’ Santi. [8] Et i seculari toglieno fino a trenta mogli, et piú et manco secondo che le loro facultà ricercano, et non hanno dote da quelle, ma loro danno alle donne dote di bestie, schiavi et danari. [9] Et la prima moglie tiene sempre il luogo della maggiore, et se veggono ch’alcuna di loro non si porti bene con l’altre, o vero non li piace, la possono scacciare. [10] Pigliano ancho le parente et congiunte di sangue per mogli, et le matrigne. [11] Et molti peccati mortali appresso loro non si reputano peccati, perché vivono quasi a modo di bestie. [12] In questa città messer Marco Polo dimorò con suo padre et barba per sue faccende circa un anno. |
[1] Camptio est quedam civitas que capud est provincie Tangut. [2] Civitas est magna valde et nobilis, totique provincie dominatur. [3] Gentes eius adorant ydola; aliqui legem Macometi observant; et aliqui sunt etiam christiani, qui in dicta civitate .III. habent ecclesias magnas et pulcras. [4] Adorantes vero ydola secundum eorum consuetudines multa habent monasteria et abbatias quam plures. [5] Habent etiam multitudinem ydolorum, quorum aliqua lignea, aliqua terea, |17v| aliqua vero lapidea, desuper auro coperta et artificiosa valde. [6] Maiora quidem, quorum aliqua bene sunt mensure passuum .X., iacent extensa. [7] Religiosi igitur idolatres magis honeste, secundum se, vivunt quam alii: nam a certis se abstinent, videlicet a luxuria et aliis inhonestis, licet luxuriam non reputent magnum fore peccatum. [8] Nam hec est eorum conscientia, ut si mulier eos amore requirat, possunt cum ea absque pecato coire, si vero ipsi primo mulierem requirant, tunc reputant ad peccatum. [9] Ex ipsis aliqui, ob reverentiam et devotionem, toto eorum tempore cibo carnium non vescuntur. [10] Seculares equidem usque .XXX. uxores accipiunt, et plures et pauciores secundum quod eorum posse requirit. [11] Homines vero mulieribus dant in dotes bestias, servos et peccuniam. [12] Sed prior uxor semper locum tenet maioris. [13] Et si vident quod earum aliqua non bene se gerat aut eis non placeat, ipsas posunt expelere et de eis facere quicquid volunt. [14] Ittem in uxores accipiunt consanguineas et novercas. [15] Et quam plura mortalia peccata apud eos peccata non imputant, et vivunt quasi moribus bestiarum. |
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