R, I 5Abbacu.htmlAbbacu.htmlAbbacu.htmlAbbacu.htmlAbbacu.htmlAbbacu.html
|5r| [0] Della provincia di Zorzania et de’ sui confini sopra il mar Maggiore et sopra il mar Hircano, hora detto di Abaccú, dove è quel passo stretto sopra il qual Alessandro fabricò le Porte di Ferro; et del miracol della fontana del monasterio di San Lunardo; della città di Tiflis. Cap. 5.
[1] In Zorzania è un re che in ogni tempo si chiama David Melich, che in lingua nostra si dice re David; una parte della qual provincia è soggetta al re de’ Tartari, et l’altra parte (per le fortezze che l’ha) al re David. [2] In questa provincia tutti i boschi sono di legni di bosso, et guarda duoi mari, uno d’i quali si chiama il mar Maggiore, quale è dalla banda di tramontana, l’altro di Abaccú verso l’oriente, che dura nel suo circuito per duomila et ottocento miglia et è come un lago, perché non si mischia con alcun altro mare. [3] Et in quello sono molte isole con belle città et castelli, parte dele qual sono habitate dalle genti che fuggirono dalla faccia del Gran Tartaro, quando l’andava cercando pel regno o vero per la provincia di Persia qual città et terre si reggevano per commune, per volerle destruggere: et le genti fuggendo si redussero a queste isole et ai monti, dove credevano star piú sicuri; ve ne sono ancho di deserte di dette isole. [4] Detto mare produce molti pesci, et specialmente storioni, salmoni alle bocche d’i fiumi et altri gran pesci. [5] Mi fu detto che anticamente tutti i re di quella provincia nascevano con certo segno dell’aquila sopra la spalla destra; et sono in quella belle genti et valorose nell’arme, et buoni arcieri et franchi combattitori in battaglia; et sono christiani che osservano la legge de’ Greci, et portano i capelli corti a guisa d’i chierici di Ponente. [6] Questa è quella provincia in la quale il re Alessandro non poté mai intrare quando volse andare alle parti di tramontana, perché la via è stretta et difficile, et da una banda batte il mare, dall’altra sono monti alti et boschi che non vi si può passar a cavallo: et è molto stretta intra il mare et i monti, di lunghezza di quattro miglia, et pochissimi huomini si difenderebbono contra tutto il mondo. [7] Et per questo Alessandro appresso a quel passo fece fabricar muri et gran fortezze, acciò che quelli che habitano piú oltra non li potessero venire a far danno: onde il nome di quel passo dipoi si chiamò Porta di Ferro, et per questo vien detto Alessandro haver serrato i Tartari fra duoi monti. [8] Ma non è vero che siano stati Tartari, perché a quel tempo non erano, anzi fu una gente chiamata Cumani, et di altre generation et sorti. [9] Sono anchora in detta provincia molte città et castelli, le quali abondano di seda et di tutte le cose necessarie; quivi si lavorano panni di seda et d’oro, et vi sono astori nobilissimi, che si chiamano “avigi”. [10] Gli habitatori di questa regione vivono di mercantie et delle sue fatiche. [11] Per tutta la provincia sono monti et passi forti et stretti, di modo che li Tartari non gli hanno mai potuto dominare del tutto. [12] Qui è un monasterio intitolato di San Lunardo de monachi, dove vien detto esser questo miracolo, che essendo la chiesa sopra un lago salso che circunda da quattro giornate de camino, in quello per tutto l’anno non appareno pesci, salvo dal primo giorno di quaresima fino alla vigilia di Pasqua della resurrettione del Signore, che ve n’è abondantia grandissima; et fatto il giorno di Pasqua, piú non appariscono. [13] Et chiamasi il lago Geluchalat. [14] In questo mare di Abbacú mettono capo Herdil, Geichon et Cur, Araz et molti altri grandissimi fiumi; è circondato da monti, et novamente i mercatanti genovesi han cominciato a navicare per quello, et di qui si porta la seda detta “ghellie”. [15] In questa provincia è una bella città detta Tiflis, circa la quale sono molti castelli et borghi, et in quella habitano christiani, Armeni, Giorgiani et alcuni Saraceni et Giudei, ma pochi. [16] Qui si lavorano panni di seda et di molte altre et diverse sorte; gli huomini vivono dell’arte loro, et sono soggetti al gran re de’ Tartari. [17] Et è da sapere che noi solamente scriviamo delle principal città delle provincie due o tre, ma ve ne sono de molte altre, che saria lungo scriverle per ordine se non havessero qualche spetial cosa maravigliosa: ma di quelle che habbiam pretermesse, che si ritrovano ne’ luoghi preditti, piú pienamente di sotto si dichiarano. [18] Poi che s’ha detto de’ confini dell’Armenia verso tramontana, hora diciamo degl’altri che sono verso mezzodí et levante. | Hic naratur de rege iorgensi et eius esse.
[1] In Iorgia est quidam rex qui David Melic totis temporibus nuncupatur, quod in lingua Galica dicitur Rex David. [2] Pars una cuius provincie subdita est Tartareo regi, reliqua vero pars, propter fortilicias quas habet, non est subdita ei, sed regi David. [3] Et in istis fortiliciis et montibus sunt eorum nemora in quibus non est aliud lignum quam busus. [4] Et predicta provincia duo equora prospicit, quorum unum vocatur Mare Maius, quod est a latere tramontane, alterum vero Abaco, versus orientem, quod durat |4r| in suo circuitu per duo milia .VIIIc. miliarium et est tanquam stagnum, quia non miscetur cum aliquo mari. [5] Et in eo sunt multe insule bene habitate in quibus sunt pulcre civitates. [6] Et habitate sunt iste insule a gentibus que fugerant a facie Magni Tartari, quando ibat conquirendo per regnum sive provinciam Persie, cuius civitates et terre regebantur a comuni: que quidem gentes fugiendo reduxerunt se ad istas insulas et ad montes, ubi tutiores esse credebant; et sic habitate sunt insule ille. [7] Item dictum mare multos pisces producit, et precipue storiones, salmones et alios magnos pisces. [8] Antiquitus quidem omnes reges illius provincie nascebantur cum quodam signo aquile super spatulam dexteram. [9] Et sunt in ea pulcre gentes et valentes ad arma; sunt boni arceri et pugnatores in bello. [10] Ipsi sunt christiani et observant legem Grecorum, more clericorum parvos portantes capilos. [11] Hec est provincia quam rex Alexander preterire non potuit. [12] Item est quidam passus ibi qui Porta Ferea nuncupatur. [13] Alexander inter duos montes dicitur Tartaros inclusisse, sed quod Tartari fuerint non est verum, quia tunc temporis non erant. [14] Ymo gens quedam fuit nomine Cumani, et alia genera multa fuerunt. [15] Sunt etiam in supradicta provincia multe civitates et castra, que syrico habundant et omnibus aliis oportunis; ibidem drapi syrici et aurei laborantur. [16] De mercimoniis et laboribus vitam ducunt. [17] In ea est quoddam monasterium titulo beati Leonardi descriptum, iuxta quod huiusmodi habetur miraculum. [18] Nam fons quidam iuxta ecclesiam de quodam monte desendit, in cuius aqua per totum anum |4v| nuli pisces apparent, nisi solummodo a die prima quadragesime usque ad vigiliam Pascatis, videlicet resurectionis Domini, ipsorum abundantia maxima reperitur; et facto die Pascatis amplius non apparent. [19] Mare vero iuxta montem superius nominatum Mare Geluchelan vel Mare Abacco appelatur, in quod finiunt Tigris, Gyon et Eufrates et alia flumina multa. [20] Penes istam provinciam quedam civitas est pulcra et magna valde, nomen cuius Tyflis, circa quam multa sunt castra et burgi que isti civitati obediunt; in qua habitant Christiani, scilicet Armenii et Iorgienses, et aliqui Saraceni et Iudei, sed pauci. |
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