BALAXIAM

R I 14 10 (Balaxan); R I 24 6; R I 25 0; R I 25 1; R I 26 1; R I 27 11; R I 28 1; R I 28 2.

Balasian, Badas(c)ian F; Balascian L; Balascia P; Baldasian, Sobasain, Bal(e)sian, Belestian V; Bal(l)astia VA; Bal(l)asan VB; Balaxian, Balascian Z.

BIBLIOGRAFIA – Bedigian 2004; EIt, s.v. «Badakhshān»; Pelliot 1959-1973, pp. 63-65 n. 47.

Il Balaxiam – oggi Badakhshān – è una provincia storica compresa tra gli odierni confini dell’Afghanistan nord orientale e quelli del Tagikistan, prevalentemente montagnosa.

Nel Milione rappresenta il luogo di passaggio per eccellenza verso la Cina lungo la via della seta (così in R I 14 10; R I 25 6; R I 26 1; R I 27 11; R I 28 1; R I 28 2) e le è dedicato l’intero R I 25, con descrizioni di grande affidabilità geografica ed etnografica («Primo europeo a percorrerla fu Marco Polo, che ha lasciata una descrizione completa, confermata dai viaggiatori moderni»: così Vacca in EIt; vd. anche Pelliot).

La regione è abitata da genti che «osservano la legge macomettana», che parlano una propria lingua (una varietà del persiano; R I 25 1), ed esercitano principalmente l’attività di arcieri e cacciatori (R I 25 15); è un regno il cui massimo rappresentante discende direttamente dalla stirpe di Alessandro Magno e di Roxane, la figlia di Dario, re dei Persiani, e che pertanto può fregiarsi del titolo di Zulcarnen (dall’ar. “quello con due corna”, spesso identificato con Alessandro Magno ma sulla questione vd. la nota a Zulcarnen). Il regno è assai vasto («per lunghezza dura ben 12 giornate», R I 25 1), e il re governa, seppur in modo indiretto, anche su altri territori, come la provincia di Vochan, retta dal fratello (R I 28 1-2). La ricchezza del territorio, dovuta principalmente alle miniere di rubini balasci (vd. la nota a balasci), lapislazzuli («il migliore che si trovi nel mondo», R I 25 7), argento, rame e piombo, si manifesta, nonostante il clima freddo (R I 25 8), anche nell’allevamento di falconi (R I 25 11) e di cavalli di razza pregiata (R I 25 9): in un’epoca remota, nella regione si allevavano cavalli ancor più pregiati perché discendenti da Bucefalo, il mitico cavallo di Alessandro Magno (vd. la nota a Alessandro), la cui razza, per questioni di gelosia tra un re e una regina non meglio identificati, si è purtroppo estinta (R I 25 10). L’agricoltura non è molto sviluppata, ma vi si produce l’olio di sesamo, tipicamente orientale (vd. Bedigian 2004, pp. 329-353), e quello di noci (R I 25 13). Infine, la regione gode la fama di avere un’aria salubre, perché nelle valli sugli altipiani si aprono fonti termali di «purissime acque» (R I 25 17) che rendono l’ambiente talmente benefico che «gli huomini che stanno nella città et nel piano et valli, come si sentono assaltar dalla febre di cadauna sorte o d’altra infirmità accidentale, immediate ascendono il monte et stanvi duoi o tre giorni et si ritrovano sani, per causa dell’eccellenza dell’aere». Marco Polo stesso, ammalato da circa un anno, ascende sopra un monte con sorgenti termali della regione e «subito che fu consigliato di andar sopra detto monte si risanò».

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