DULFAR

R III 20 20 (Diufar); R III 41 13; R III 42 0; R III 42 1; R III 43 1 (Duifar).

D(a)ufar F; Duffar L; Dufar P; Dufar, Sudiofar V; Dufar VA; Defur, Dufar VB; Duf(f)ar Z.

BIBLIOGRAFIA – Cardona 1975, p. 615; EI2, XI, pp. 412-413; Pelliot 1959-1973, p. 637 n. 213; Smith, Porter 1988.

Dulfar rinvia a Dhofar (ar. Ẓafār) – toponimo che attualmente designa una regione del Sultanato di Oman (e che in passato designava anche l’antica capitale del regno Himyarita: oggi in Yemen) –, antica località sulla costa dell’Oceano Indiano. Sino all’XI secolo le fonti storiche non danno dati certi sull’insediamento urbano; all’inizio del XIII la città fu conquistata da una famiglia originaria dell’Hadramawt, distrutta, e successivamente ricostruita col nome di al-Manṣūra o di al-Qāhira («la vittoriosa») benché continuasse a essere utilizzato il nome di Ẓafār. La città, che viene descritta come ben fortificata, con un buon clima e ben fornita di acqua dolce, cadde in mano rasulide nel 1279. I mercanti che ne seguivano le truppe avviarono ben presto attività commerciali nella regione, ricca di canne da zucchero e banani. La città di Ẓafār è tradizionalmente legata alla coltivazione e al commercio dell’incenso; secondo la testimonianza del geografo arabo Yāqūt al-Ḥamawī (XIII sec.), esso si trovava solo sulle montagne della regione circostante, e veniva portato dai contadini-raccoglitori alle autorità cittadine, che avevano proibito di portarlo altrove, e queste ne trattenevano una parte. Ẓafār non fu mai un vero e proprio porto: la città si serviva di quello, vicino, di Mirbaṭ (dall’ar. rabaṭa «legare, attaccare»: in quel sito i conquistatori legavano i propri cavalli). I porti della regione erano collegati ad Aden da una strada carovaniera che seguiva la costa, passando per i porti del Hadramawt, tra i quali Šiḥr (Escier). Il sito di Ẓafār, a 5 km da Salala, è oggi chiamato Balīd. (Sulla storia di Ẓafār dalla seconda metà del sec. XIII a tutto il XIV vd. Smith, Porter 1988).

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