ESCIER

R III 20 20 (Pecher); R III 40 7; R III 41 0; R III 42 1.

Esc(i)er F; Escier(e) L; Escier P; Ersae V; Es(i)er VA; Ester, Soer, Tre VB; Descer, Scier, Scyer Z.

BIBLIOGRAFIA – Cardona 1975, p. 618; EI2, IX, pp. 455-456; Hardy-Guilbert 2004; Hardy-Guilbert 2005; Hardy-Guilbert, Le Maguer 2010; Margariti 2007, p. 135; Pelliot 1959-1973, p. 829 n. 333.

Escier, ovvero Shihr (ar. al-Šiḥr), è una città a S della penisola araba (attualmente Yemen) sulle coste dell’Oceano Indiano, affacciata su una vasta baia sabbiosa e situata a circa 550 km da Aden. Fu il principale porto del Hadramawt sino al XIV secolo, quando fu soppiantata da al-Mukallā. Dal 1277 alla fine del XIV secolo al-Šiḥr, così come Ẓafār (Dulfar), fu sotto il dominio rasulide. La città era famosa per il commercio dell’incenso, raccolto nelle zone montuose dell’entroterra, tanto che nelle fonti arabe veniva chiamata anche bilād al-kundur («il paese dell’incenso»). Documenti risalenti al 1296 testimoniano del fatto che l’incenso non poteva essere venduto che all’autorità statale, che traeva consistenti benefici dal prelievo fiscale sul prodotto. A conferma della descrizione poliana gli stessi documenti parlano della città come di un importante centro commerciale in cui la vendita di incenso, datteri e olio di pesce aveva un ruolo preponderante (vd. Hardy-Guilbert, Le Maguer 2010). Una campagna di scavo condotta in anni recenti ha portato al ritrovamento di brucia-incenso risalenti a epoche diverse, che attestano la presenza del prodotto lungo tutta la vita della città (vd. Hardy-Guilbert, Le Maguer 2010 e Hardy-Guilbert 2005). Il commercio dell’incenso, che stando alle fonti arabe sembra declinare nei secoli successivi, è fiorente in città ancor oggi. Oltre all’incenso, un prodotto rilevante nell’economia della zona era l’ambra grigia, che si trovava in quantità importanti sulle coste nelle vicinanze della città. Al-Šiḥr era nota pure per la pesca, attività principe in città tra la seconda metà del XIII e la prima metà del XIV secolo (Hardy-Guilbert 2005); l’evidenza archeologica conferma le osservazioni di Marco Polo, e le informazioni fornite dallo storico tunisino Ibn Ḫaldūn (m. 1406) circa l’utilizzo di pesce come alimento per il bestiame. Al-Šiḥr era collegata ad Aden da un’importante strada costiera, e costituiva il nodo di una rete integrata di città portuali lungo la costa: le fonti arabe descrivono il suo porto come attivo nelle relazioni con Aden, i porti della costa meridionale araba, l’India e la Cina, oltre che con le regioni interne dell’Arabia. L’intensità dei movimenti di merci e uomini è inoltre dimostrata dall’esistenza di quel che pare essere un servizio regolare di collegamento via mare con Aden e Ẓafār (Hardy-Guilbert 2004). Verso Aden al-Šiḥr esportava, oltre ai prodotti succitati, anche allume, cumino, e tessili. Secondo studi recenti (Margariti 2007, p. 135), sembra che le autorità di Aden esentassero dalle tasse alcuni prodotti importati via al-Šiḥr. Questo avveniva probabilmente per facilitare la disponibilità sul mercato di beni di prima necessità; le materie prime utili alle attività produttive invece erano probabilmente sottoposte a una forma di tassazione in natura. Il ritrovamento in loco di ceramiche di importazione attesta inoltre rapporti con la Tihama, la Cina e l’India, tra XIII e XIV secolo (Hardy-Guilbert 2004; Hardy-Guilbert 2005). La storia di al-Šiḥr non è nota in tutti i suoi dettagli; le informazioni più abbondanti si trovano nelle fonti scritte dai Portoghesi, che la attaccarono spesso grazie alla sua vulnerabilità dovuta alla conformazione costiera; i contributi più recenti, che integrano i dati di fonti letterarie e i risultati di una campagna di scavi, sono quelli già citati di Hardy-Guilbert e Hardy-Guilbert, Le Maguer.

[AG]