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R, II 19Cambalu.htmlCambalu.html

|29v| [0] Di dodici baroni deputati sopra gli esserciti, et di dodici altri deputati sopra la provisione de l’altre universali facende. Cap. 19.

[1] Il Gran Can elegge dodici grandi et potenti baroni (come di sopra si è detto) sopra qualunque deliberation che si fa degli esserciti, cioè di mutarli dal luogo dove sono et mutare i capitani, o vero mandargli dove veggono esser necessario, et di quella quantità di gente che ’l bisogno ricerca, et piú et manco, secondo l’importanza della guerra. [2] Oltre di ciò, hanno a far la scelta di valenti et franchi combattenti da quelli che sono vili et abietti, essaltandoli a maggior grado, et per il contrario deprimendo quelli che sono da poco et paurosi. [3] Et se alcuno è capitano di mille, et habbisi portato vilmente in qualche fattione, i baroni predetti, reputandolo indegno di quella capitaneria, lo disgradano et abbassano al capitaneato di cento; ma se nobilmente et francamente si sarà portato, riputandolo sufficiente et degno di maggior grado, lo fanno capitano di diecimila: ogni cosa però facendo con saputa del gran signore, però che, quando vogliono deprimere et abbassare alcuno, dicono al signore: «Il tale è indegno di tal honore», et egli allhora risponde: «Sia depresso et fatto di grado inferiore», et cosí è fatto. [4] Ma se vogliono essaltare alcuno, cosí ricercando i meriti suoi, dicono: «Il tal capitano di mille è degno et sufficiente di essere capitano di diecimila», et il signor lo conferma, et dàlli la tavola del comandamento a tal signoria convenevole, come di sopra si è detto, et appresso gli fa dare grandissimi presenti, per inanimire gli altri a farsi valenti. [5] La signoria adunque d’i detti dodici baroni si chiama “thai”, che tanto è a dire come “corte maggiore”, perché non hanno signor alcun sopra di sé salvo che ’l Gran Can; et oltra i sopradetti son constituiti dodici altri baroni sopra tutte le cose che sono necessarie a trentaquattro provincie, quali hanno nella città di Cambalú un bel palazzo et grande, con molte camere et sale. [6] Et ciascuna provincia ha un giudice et molti nodari, che stantiano in detto palazzo separatamente, et quivi fanno ogni cosa necessaria alla sua provincia, secondo la volontà et comandamento de’ detti dodici baroni. [7] Questi hanno auttorità di eleggere signori et rettori di tutte le provincie di sopra nominate, et quando hanno eletto quelli che li paiono sufficienti lo fanno sapere al Gran Can, et egli li conferma et dàlli le tavole d’argento o di oro, secondo che li pare a ciascuno esser conveniente. [8] Hanno anchora questi a provedere sopra le exattioni di tributi et intrade, et circa il governo et dispensatione di quelle, et sopra tutte le altre faccende del Gran Can, eccetto che sopra gli esserciti. [9] Et l’officio o vero signoria loro chiamasi “singh”, che vuol dire quanto “seconda maggior corte”, perché similmente non hanno sopra di loro signore, eccetto che ’l Gran Can. [10] L’una et l’altra adunque delle dette corti, cioè di singh et di thai, non hanno alcun signore sopra di loro, eccetto che ’l Gran Can; nondimeno thai, cioè la corte deputata alla dispositione degli esserciti, è riputata piú nobile et piú degna di qualunque altra signoria.

F, XCVI

[1] Ci devise des .XII. baronç que sunt sor tous les fais dou Gran Kan.

[2] Or sachiés voiremant qe le Grant Sire a esleu .XII. grandisme baronz, as quelz hi a comeü qu’il soient sor tutes les chouses beçognables qe abesognent en .XXXIIII. provences; et vos dirai lor mainiere et lor establiment.

[3] Je voç di tout primeremant qe cesti .XII. baronz demorent en un palais dedens la ville de Canbalu, qe est mout grant et biaus, et hi a plosors sales et maisonz; et chascune provence ‹a› un jugie et maint escrivein, qe demorent en cest palais, çascun en sa maison por soi. [4] Et cest jugie et cest escrivain font toutes les chouses qe abeçogne a la provence a cui il sunt deputé; et ce font por la volunté et por le conmandamant des .XII. baronz qe je voç ai dit. [5] Et si sachiés tout voiremant qe cesti .XII. baronz ont si grant seingnorie com je voç dirai, car il eslisent les seingnors de toutes celes provences qe je voç ai dit desovre. [6] Et quant il les ont esleu tielz com lor senble qe il soient buen et sofisable, il le font savoir au Grant Sire; et le Grant Sire le conferme et li fait doner table d’or tel come a sa seingnorie est convenable. [7] Et encore sunt cesti |45b| baronz por porveoir ou convie{ne}nt que les hostes ailent, et les envoient la o il lor senble et cele quantité qu’il vuelent, mes toutes foies est a la seüe dou Grant Sire. [8] Et ensi com je {i}vos ai dites de ces deus chouses, font il de toutes les autres chouses qe sunt besognables a{s} tou‹te›s les provences qe je voç ai contés. [9] Et cesti sunt appelés scieng, que vaut a dire la cort greingnor, qe ne ont sor elz que le Grant Sire. [10] Le palais ou el demorent est ausi apellés scien, et ce est bien la greingnor seingneurie que soit en toute la cort dou Grant Sire, car il ont bien le pooir de fair grant bien a cui·l vuelent.

[11] Les provences ne voç conterai ore por lor non, por ce qe je le voç conterai en nostre livre apertemant; et laiseron de ce et voç conteron conmant le{s} Gran Sire mande seç mesajes e comant il ont chevaus aparoilés por aler.