[0] Della provincia di Sindinfu, et del grandissimo fiume detto Quian. Cap. 36.
[1] Poi che s’è camminato venti giornate per quei monti, si trova una pianura et provincia, che è ne’ confini di Mangi, nominata Sindinfu, et la maestra città si chiama similmente, la quale è molto nobile et grande. [2] Et già furono in quella molti re ricchi et potenti. [3] La città gira per circuito venti miglia, ma hora è divisa, perciò che quando muorse il re vecchio lasciò tre figliuoli, et avanti la sua morte volse divider la città in tre parti, cadauna delle quali è separata per muri: et nondimeno cadauna è dentro il muro generale che la cinge intorno. |34r| [4] Et questi tre fratelli furono re, et ciascheduno havea nella sua parte molte terre et grandi et molto thesoro, perché il loro padre era molto potente et riccho; ma il Gran Can, preso che hebbe questo regno, destrusse questi tre re, tenendolo per sé. [5] Per questa città discorrono molti gran fiumi, che discendono da’ monti di lontano et corrono per la città intorno intorno et per mezzo in molte parti. [6] Questi fiumi sono larghi per mezzo miglio, altri per dugento passa, et sono molto profondi, et sopra quelli sono fabricati molti ponti di pietra belli et grandi, la larghezza de’ quali è otto passa, et la lunghezza è secondo che i fiumi sono piú et manco larghi. [7] Et per la lunghezza delli fiumi sono dall’una et l’altra banda colonne di marmo, le quali sostengono il coperchio de’ ponti, perché tutti hanno bellissimi coperchi di legname dipinti con pitture di color rosso, et sono ancho coperti di coppi. [8] Et per lunghezza di ciaschedun ponte sono bellissime stanze et botteghe, dove si essercitano arti et mercantie. [9] Et qui è una casa maggior dell’altre, dove stanno di continuo quelli che scodono li datii delle robbe et mercantie, et pedagio di quelli che vi passano, et ne fu detto che ’l Gran Can ne cavava ogni giorno piú di cento bisanti d’oro. [10] Et quando i detti fiumi si partono dalla città, si ragunano insieme et fanno un grandissimo fiume, che vien detto Quian, qual scorre per cento giornate fin al mare Oceano, della cui qualità si dirà di sotto nel libro. [11] Appresso a questi fiumi et luoghi circonstanti sono molte città et castella, et vi sono molti navilii, per li quali si portano alla città et traggonsi molte mercantie. [12] Le genti di questa provincia sono idolatri. [13] Et partendosi dalla città si cavalca cinque giornate per pianure et valli, trovando molti casamenti, castelli et borghi; et gli huomini vivono della agricultura et anche di arti, perché in questa città si fanno tele sottilissime et drappi di velo. [14] Vi si trovano similmente molti leoni, orsi et altre bestie salvatiche. [15] Et poi che s’è cavalcato cinque giornate, si trova una provincia desolata nominata Thebeth. |
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