R II 37

R II 38

R II 39

R, II 38Caindu.htmlCaindu.htmlCaindu.htmlCaindu.html

[0] Della provincia di Caindú. Cap. 38.

[1] Caindú è una provincia verso ponente, qual già si reggeva per il suo re; ma, poi che fu soggiogata dal Gran Can, egli le manda i suoi rettori. [2] Et non intendiate per questo dir ponente che le dette contrade siano nelle parti di ponente, ma perché si partiamo dalle parti che sono tra levante et greco venendo verso ponente, et però descreviamo quelle verso ponente. [3] Le genti di questa provincia adorano gl’idoli, et sono in quella molte città et castella: et la maestra città similmente si chiama Caindú, la qual è edificata nel cominciamento della provincia. [4] Et ivi è un gran lago salso nel quale si trova gran moltitudine di perle, le qual sono bianche, ma non rotonde; et ne sono in tanta abondanza che, se ’l Gran Can lasciasse che cadaun ne pigliasse, veneriano in vil pretio: ma senza sua licenza non si ponno pescare. [5] Vi è similmente un monte, nel quale si trova la minera delle pietre dette turchese, che non si lasciano cavar senza il voler del detto Gran Can. [6] Qui gli habitanti di questa provincia hanno un costume vergognoso et vituperoso, che non si reputano a villania se quelli che passano per quella contrada giacciono con le loro mogli, figliuole o sorelle: et per questo, come giungono forestieri, cadauno cerca di menarsegli a casa, dove giunti consegnano tutte le loro donne in sua balia et si dipartono, lasciando quelli come patroni; et le donne appiccano subito sopra la porta un segnale, né quello muovono se non quando si partono, accioché i loro mariti possino ritornarsene. [7] Et questo fanno gli habitanti per honorificenza de’ loro idoli, credendo con questa umanità et benignità usata verso detti forestieri di meritare la gratia dei loro idoli, et che li concedino abondanza di tutti i frutti della terra. |35r| [8] La loro moneta è di tal maniera, che fanno verghe d’oro et le pesano, et secondo ch’è il peso della verghetta cosí vagliono: et questa è la loro moneta maggiore, sopra la qual non vi è alcuno segno. [9] La picciola veramente è di questo modo: hanno alcune acque salse, con le quali fanno il sale facendole bollire in padelle, et poi c’hanno bollito per una hora si congelano a modo di pasta, et fannosi forme di quantità di un pane di duoi danari, le quali sono piane dalla parte di sotto et di sopra sono rotonde; et quando sono fatte si pongono sopra pietre cotte ben calde presso al fuogo, et ivi si seccano et fansi dure, et sopra queste tal monete si pone la bolla del signore. [10] Né le monete di questa sorte si ponno far per altri che per quelli del signore, et ottanta di dette monete si danno per un sazzo d’oro. [11] Ma i mercatanti vanno con queste monete a quelle genti che habitano in fra i monti ne’ luoghi salvatichi et inusitati, et trovano un sazzo d’oro per sessanta, cinquanta et quaranta di quelle monete di sale, secondo che le genti sono in luogo piú salvatico et discosto dalle città et gente domestica, perché ogni volta che voglino non possono vendere il suo oro et altre cose, sí come il muschio et altre cose, perché non hanno a cui venderle: et però fanno buon mercato, perché trovano l’oro ne’ fiumi et laghi, come s’è detto. [12] Et vanno questi mercatanti per monti et luoghi della provincia di Thebeth sopradetta, dove similmente si spazza la moneta di sale, et fanno grandissimo guadagno et profitto, perché quelle genti usano di quel sale ne’ cibi, et compransi ancho delle cose necessarie. [13] Ma nelle città usano quasi solamente i fragmenti di dette monete ne’ cibi, et spendono le monete integre. [14] Hanno molte bestie in quel paese le quali producono il muschio, et di quelle molte ne prendono et traggono muschio in abondanza. [15] Prendono anchora molti buoni pesci nel lago sopradetto, et vi sono molti leoni, orsi, daini, cervi et caprioli, et uccelli di qualunche maniera in abondanza. [16] Non hanno vino da vigne, ma fanno vino di formento et riso, con molte specie mescolate insieme: et è una ottima bevanda. [17] In questa provincia nascono anchora molti garofali: l’arbore che li produce è picciolo, et ha li rami et foglie a modo di lauro, ma alquanto piú lunghe et strette; produce li fiori bianchi et piccioli come sono i garofali, et quando sono maturi sono negri et foschi. [18] Vi nasce il zenzero et la cannella in abondanza et molte altre specie, delle quali non è portato quantità alcuna in queste parti. [19] Et partendosi dalla città di Caindú, si va fino alli confini della provincia circa quindeci giornate, trovando casamenti et molti castelli et molti luoghi da caccia et uccellare, et genti che osservano i sopradetti costumi et consuetudini. [20] In capo di dette giornate trovasi un gran fiume nominato Brius, che disparte la detta provincia, nel quale si trova molta quantità d’oro di paiola, et evvi molta quantità di cannella; et scorre questo fiume fino al mare Oceano. [21] Hor lascieremo questo fiume, perché altro non v’è da dire in quello, et diremo d’una provincia nominata Caraian.