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[0] Della forma et statura del Gran Can, et delle quattro mogli principali che egli ha, et delle gioveni che ogni anno fa eleggere nella provincia di Ungut, et del modo che le eleggono. Cap. 4.

[1] Chiamasi Cublai Gran Can signor de’ signori, il qual è di commune statura, cioè non è troppo grande né troppo picciolo, ha le membra ben formate, che proportionatamente si corrispondono. [2] La faccia sua è bianca et alquanto rossa, risplendentemente a modo di rosa |21v| colorita, che ’l fa parer molto gratioso; gli occhi sono neri et belli, il naso ben fatto et profilato. [3] Ha etiandio quattro donne signore, quali tiene di continuo per mogli legitime, et il primo figliuolo che nasce di quelle è successor del’imperio doppo la morte del Gran Can, et si chiamano imperatrici, et tenghono corte regal da per sé. [4] Né alcuna è di loro che non habbia trecento donzelle molte belle et molti donzelli et altri huomini castrati et donne, talmente che ciascuna di queste ha nella sua corte diecimila persone; et quando il Gran Can vuol esser con una di queste tali, la fa venir alla sua corte, o vero egli va alla corte di lei. [5] Et ha oltre di ciò molte concubine; et dirovi come è una provincia nella quale habitano Tartari che si chiaman Ungut, et la città similmente, le genti della qual sono bellissime et bianchissime, et il Gran Can ogni duoi anni, secondo che lui vuole, manda alla detta provincia suoi imbasciadori, che li trovino delle piú belle donzelle, secondo la stima della bellezza che lui li commette, quattrocento, cinquecento, piú et manco secondo che li pare, le quali donzelle si stimano in questo modo. [6] Giunti che sono gli imbasciadori, fanno venir a sé tutte le donzelle della provincia, et vi sono li stimatori a questo deputati, i quali, vedendo et considerando tutte le membra di ciascuna a parte a parte, cioè i capelli, il volto et le ciglia, la bocca, le labbra et l’altre membra, che siano condecenti et conformi alla persona, et stimano alcune in caratti sedeci, altre diecisette, diciotto, venti et piú et manco, secondo che sono piú et manco belle. [7] Et se ’l Gran Can ha commesso che le conduchino della stima di caratti venti o ventiuno, secondo il numero a loro ordinatoli quelle conducono. [8] Et giunte alla sua presenza le fa stimare di novo per altri stimatori, et di tutte ne fa eleggere per la sua camera trenta o quaranta che siano stimate piú caratti, et ne fa dare una a ciascuna delle moglie d’i baroni, che nelle sue camere le debbano la notte diligentemente vedere, che non siano brutte sotto panni o difettive in alcuno membro, et se dormono soavemente et non ronchiggino, et se rendono buon fiato et soave, et che in alcuna parte non habbino cattivo odore. [9] Et quando sono state diligentemente essaminate si dividono a cinque a cinque, secondo che sono, et ciascuna parte dimora tre dí et tre notti nella camera del signore, per far cadauna cosa che li sia necessaria; quali compiuti si cambiano et l’altra parte fa il simile, et cosí fanno fin che compino il numero di quante sono, et dipoi ricominciano una altra volta. [10] Vero è che, mentre una parte dimora nella camera del signore, l’altre stanno in un’altra camera ivi propinqua, di modo che il signore se ha bisogno di qualche cosa estrinseca, come è bere et mangiare et altre cose, le donzelle che sono nella camera del signore comandano a quelle dell’altra camera che debbano apparrechiare, et quelle subito apparecchiano, et cosí non si serve al signor per altre persone che per le donzelle. [11] Et l’altre donzelle che furono stimate manco caratti dimorano con l’altre del signore nel palazzo, et le insegnano a cucire et tagliar guanti et far altri nobil lavori; et quando alcun gentilhuomo ricerca moglie, il Gran Can li dà una di quelle con grandissima dote, et a questo modo le marita tutte nobilmente. [12] Et potrebbesi dire: non si aggravano gli huomini della detta provincia che il Gran Can li toglie le lor figliuole? [13] Certamente no, anzi si reputano a gran gratia et honore et molto si rallegrano coloro che hanno belle figliuole che si degni d’accettarle, perché dicono: «Se la mia figliuola è nata sotto buon pianeto et con buona ventura, il signor potrà meglio sodisfarla, et la mariterà nobilmente, la qual cosa io non sarei sufficiente a sodisfare». [14] Et se la figliuola non si porta bene o vero non gli intraviene bene, allhora dice il padre: «Questo gli è intravenuto perché il suo pianeto non era buono».

F, LXXXI

[1] Ci devise le fassion dou Grant Kaan.

[2] Le grant seingnors des seingnors que Cublai Kan est apellés est de tel fasionz: il est de belle grandesse, ne petit ne grant, mes est de meçaine grandesse; il est carnu de bielle mainere; il est trop bien taliés de toutes menbres; il a son vis blance et vermoille come rose; les iaus noir et biaus; le nes bien fait et bien seant.

[3] Il a quatre femes, les quelz il tient toutes foies por sez moilier droite, et le greingnor filz que il aie de ceste quatre femes doit estre por raisonz seingnor de l’enpere quant il se morust le Grant Kaan. [4] Elle sunt apelé e‹m›poraïces et chascune por son non. [5] Et chascune de ceste dame tient cort por soi: il n’i a nule que ne aie .IIIc. damoiselles mout belles et avenant; elle ont maint vallez esculiés et maint autres homes et femes, si que bien a chascune de ceste dame en sa cort .Xm. persones. [6] Et toutes foies qu’il vult jeçir avec aucune de ces quatre femes, il la fait |36d| venir en sa chambre, et tel foies il vait a la canbre sa feme.

[7] Il ha encore maintes amie, et voç dirai en quel mainere. [8] Il est voir qu’il est une generasion de Tartarç, que sunt apellés Ungrac, que mout sont belles jens, et onnes anz sunt elleue .C. pucelles les plus belles qe soient en toutes celles jenerasion et sunt amenés au Grant Chan, et il le fait garder a les dames dou palais et le fait jezir con elles en un lit por savoir s’elle ha bone aleyne et por savoir s’ell’est pucelle et bien saine de toutes choses. [9] Sunt mises a servir le seingnor en tel maineres com je voç dirai. [10] Il est voir qe ogne trois jors et trois nuit .VI. de cestes dameiselles servent le seingnor et en chanbre et au lit et a tout ce qe beçogne. [11] Et le Grant Kaan en fait de celes ce k’el velt. [12] Et a chief de trois jors et de trois noit vienent les autres .VI. damoiselles, et ensi vait tout le anz: que ogne trois jors et trois nuit se müent de .VI. en .VI. dameselles.