[0] Del gran fiume detto Caramoran, et delle città di Coiganzu et Quanzu. Cap. 54.
[1] Compiute le dette sedici giornate, si trova di nuovo il gran fiume Caramoran, che discorre dalle terre del re Umcan, nominato di sopra il Prete Gianni di tramontana, qual è molto profondo che vi puole andare liberamente navi grandi, et con tutti i suoi carichi. [2] Si pigliano in quello molti pesci grandi et in gran copia. [3] In questo fiume, appresso il mare Oceano una giornata, si trovano da quindecimila navilii, che portano cadauno di loro quindeci cavalli et venti huomini, oltra la vettovaglia et li marinari che li governano: et questi tiene il Gran Can, accioché li siano apparecchiati per portare uno essercito ad alcuna dell’isole che sono nel mare Oceano quando si ribellassero, o vero in qualche region remota et lontana. [4] Et dove detti navilii si servano, appresso la ripa del fiume, vi è una città detta Coiganzu, et dall’altra banda a riscontro di questa ve n’è un’altra detta Quanzu: ma una è grande et l’altra picciola. [5] Passato detto fiume s’entra nella nobilissima provincia di Mangi. [6] Et non crediate che habbiamo trattato per ordine di tutta la provincia del Cataio, anzi non ho detto la vigesima parte, però che messer Marco, passando per la detta provincia, non ha descritto se non quelle città che ha trovato sopra il cammino, lasciando quelle che sono per i lati et per il mezzo, perché saria stà cosa troppo lunga et rencrescevole. [7] Però, lasciando il dire di questo, comincieremo a trattare prima dell’acquisto fatto della provincia di Mangi et sue città, la cui magnificentia et ricchezza mostrerassi nel sequente parlare. |
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