[0] Della nobilissima provincia di Mangi, et come il Gran Can la soggiogò. Cap. 55.
[1] La provincia di Mangi è la piú nobile et piú ricca che si trovi in tutto il Levante. [2] Et nel 1269 vi era un signor detto Farfur, il piú riccho et piú potente principe che si sapesse essere stato già centenara d’anni, ma era signor pacifico et huomo che faceva grandi elemosine, né credeva che signor del mondo li potesse nocere, per l’amor che li portavano i popoli et per la fortezza del paese, circondato da grandissimi fiumi: dal che processe che ’l detto non si essercitò nell’armi, né manco volse che li suoi popoli vi si essercitassero. [3] Le città del suo regno erano fortissime, perché cadauna havea intorno una fossa profonda et larga quanto poteva tirare un arco, piena di acqua, né teniva cavalli a suo soldo, non havendo paura di alcuno. [4] Né ad altro era rivolto l’animo del re et tutti i suoi pensieri, se non a darsi buon tempo et star di continuo in piaceri: havea nella sua corte et a’ suoi servitii circa mille bellissime giovani, con le quali si vivea in grandissime delitie. [5] Amava la pace et manteneva la giustitia severamente, et non voleva che ad alcuno fosse fatto un minimo torto, né che alcuno offendesse il prossimo, perché il re li faceva punire senza alcun riguardo. [6] Et era tanta la fama della sua giustitia, che alcune fiate le persone si dimenticavano le loro botteghe aperte piene di mercantie, et nondimeno non vi era alcuno che ardisse d’intrarli dentro o levarli alcuna cosa. [7] Tutti i viandanti di giorno et di notte potevano andare liberi et sicuramente per tutto il regno, senza paura di alcuno. [8] Era pietoso et misericordioso verso poveri et bisognosi: ogni anno faceva raccogliere ventimila picciolini che dalle madri povere erano |41v| esposti, per non poterli far le spese, et questi fanciulli faceva allevare, et come erano grandi li faceva mettere a far qualche mestiero, o vero li maritava con le fanciulle che similmente havea fatto allevare. [9] Hor Cublai Can signor d’i Tartari di contraria natura era del re Fanfur, perché di niuna cosa si dilettava che di guerre et conquistar paesi et farsi gran signor. [10] Costui, doppo grandissimi conquisti di molte provincie et regni, deliberò di conquistar la provincia di Mangi e, messo insieme gran sforzo di genti da cavallo et da piedi, sí che era un potente essercito, vi fece capitano uno nominato Chinsanbaian, che vuol dire in lingua nostra “Cento Occhi” et quello con le genti mandò con molte navi nella provincia di Mangi. [11] Dove giunto, fece richiedere gli habitatori della città di Coiganzu che volessero dare obedienza al suo re, la qual cosa recusorono di fare; poi, senza far assalto alcuno, processe alla seconda città, la qual similmente denegò di arrendersi, et partitosi andò alla terza, quarta, et da tutte hebbe la medema risposta. [12] Et non volendo lasciarsi adrieto tante città, anchor ch’egl’havesse un fortissimo essercito, et che il Gran Can li mandasse un altro per terra di non minor numero et fortezza, deliberò di espugnarne una, et quivi con tutto il suo potere et sapere la prese, faccendo uccidere quanti in quella si trovorono: la qual cosa udita da tutte l’altre fu di tanto spavento et terrore che spontaneamente tutte vennero all’obedienza sua. [13] Et dapoi se n’andò con tutti duoi gli esserciti che havea sotto la real città di Quinsai, nella qual trovandosi il re Fanfur tutto spauroso et tremante, come quello che mai non havea veduto combattere né stato in guerra alcuna, dubitando della sua persona, montò sopra le navi ch’erano stà preparate per questo effetto, con tutto il suo thesoro et robe sue, lasciando la guardia della città alla moglie, con ordine che si defendesse al meglio che potesse, perché, essendo femmina, non havea a dubitare che, capitando in le mani d’i nimici, la facessero morire; et partito andossene per il mare Oceano ad alcune sue isole dove erano luoghi fortissimi, et quivi finí la sua vita. [14] Hor, lasciata la moglie in questo modo, se dice che ’l re Fanfur era stato admonito da’ suoi astrologhi che non li poteva esser tolta la signoria, salvo da un capitano che havesse cento occhi: la qual cosa sapendo la regina, essendo ogni giorno piú stretta la città, stava pur con speranza di non poterla perdere, parendoli impossibile che un huomo havesse cento occhi. [15] Et un giorno, volendo sapere come havea nome il capitano nimico, le fu detto Chinsanbaian, cioè Cento Occhi: il qual nome la impauritte et mese gran terrore, pensando costui dover esser quello che gli astrologhi haveano detto al re che ’l cacciaria di signoria; però, come femmina piena di paura, senza pensarvi piú sopra si rese. [16] Havuta la città di Quinsai da’ Tartari, subito tutto il resto della provincia venne in suo potere, et fu mandata la regina alla presenza di Cublai Can, et da quello fu ricevuta honorevolmente, qual li fece dar di continuo tanti danari che si mantenne di continuo come regina. [17] Hor che habbiamo detto del conquistar della provincia di Mangi, diremo delle città che sono in quella, et prima di Coiganzu. |
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