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|45r| [0] Della città di Tinguigui. Cap. 66.

[1] Partendosi da Cinghianfu et cavalcando per sirocco tre giornate, si trovano città assai et castella, et tutti sono idolatri, et vivono di mestieri et ancho mercantie; sono sotto il Gran Can, et spendono moneta di carta. [2] In capo di dette tre giornate si trova la città di Tinguigui, che è bella et grande, et produce quantità di seda, et fanno panni d’oro et di seda di piú maniere et molto belli, et è molto abondante di vettovaglie; è paese molto dilettevole di caccie et uccellare. [3] Gli habitanti sono pessima gente et di mala natura. [4] Nel tempo che Chinsambaiam, cioè Cento Occhi, soggiogò il paese del Mangi, mandò all’acquisto di questa città di Tinguigui alcuni christiani alani con parte della sua gente, quali, appresentatisi, senza contrasto entrorono dentro. [5] Havea la città duoi circuiti di mura, et gli Alani, entrati nel primo, vi trovorono grandissima quantità di vini; et havendo patito grande incommodità et disagio, disiderosi di cavarsi la sede, senza alcun rispetto si missero a bevere, di tal maniera che inebriati si addormentorono. [6] I cittadini, ch’erano nel secondo circuito, visti tutti i nimici adormentati et distesi in terra, si missero ad ucciderli, di modo che niuno vi campò. [7] Inteso Chinsambaian la morte delle sue genti, acceso di grandissima ira et sdegno, di nuovo mandò essercito alla espugnatione della città, la qual presa, fece egualmente andar per fil di spada tutti gli habitanti, grandi et piccioli, sí huomini come femmine.

VB, CXII

[1] ‹P›artendosi dela cità de Çingianfu chavalchando per sirocho per .III. giornate, se trova castelle asai et citade che sono tuti idolatri; e viveno de mestieri et anche di marchadantie. [2] Èt sotoposti alla segnoria del Gran Chane e spendeno dila moneta di carta del segnore. [3] Et a chapo de dite .III. giornatte se trova la cità de Tingigi, la quale è bella et gran citade. [4] Et sono idolatrii e soto la segnoria del Gran Cane. [5] Questa cità è molto abondante de seta e fasene pani d’oro et de seta de più maniere e molto belli et è molto abondante de tute vituallie. [6] È paexe molto diletevele a tute caçe et è forte tera e i abitanti de quella è pessima giente. [7] Nel tenpo che Baian cento ochi conquistò el paexe del Mangi, quello mandò a conquisto dela dita cità de Tingigi Alani cristiani con parte dela soa giente. [8] E posto el canpo alla dita cità, finaliter quella i conquistòno et, intrati nela tera, trovato in quella gran quantità de vin ( del qual quella cità è molto abondante ( e quelli desiderosi di tal bevande per la stancheça di afani e senestri receuti, se misero sença alcunno respeto a bere, per modo che, tuti inebriati, se adormentòno. [9] Visto i citadini che i nemici loro tuti ebrii et adormentati chome porci prostrati in tera ‹erano›, se misero ad ucidere quelli per modo tuti furno morti che niuno ne canpò. [10] Inteso Baian chapitano dela morte della giente soa e che tutti erano stati taiati e morti, preso de grandissima ira et afano, da capo mandò gran quantità della soa giente ad assedio della dita cità per modo non con pocho affano, per la forteça di quella e per la difesa del popolo – el qualle ben intendeva che essendo pressi quelo i avenerebeno –, non possendo resistere alle longe forçe del’oste tartara, finaliter fo prexa: e quanti in quella fu trovati (sì femene chome mascholi, picolli e grandi) furo morti per comandamento dil nobelle capitano.