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R, II 7Cambalu.htmlCambalu.htmlCambalu.html

[0] Della nuova città di Taidu, fabricata appresso la città di Cambalú, et degli ordini che si osservano sí nell’alloggiare gli ambasciadori come nel’andar di notte. Cap. 7.

[1] La città di Cambalú è posta sopra un gran fiume nella provincia del Cataio, et fu per il tempo passato molto nobile et regale; et questo nome di Cambalú vuol dire “città del signor”. [2] Et trovando il Gran Can per opinione degli astrologhi che la dovea ribellarsi dal suo dominio, ne fece ivi appresso edificar un’altra, oltre il fiume, ove sono li detti palazzi, di modo che nessuna cosa è che le divida salvo che ’l fiume che indi discorre. [3] La città adunque nuovamente edificata si chiama Taidu, et tutti li Cataini, cioè quelli che haveano origine dalla provincia del Cataio, li fece il Gran Can uscir della vecchia città et venir ad habitar nella nuova, et quelli di che egli non si dubitava c’havessero ad essere ribelli lasciò nella vecchia, perché la nuova non era capace di tanta gente quanta habitava nella vecchia, la qual era molto grande; et nondimeno la nuova era della grandezza come al presente potrete intendere. [4] Questa nuova città ha di circuito ventiquattro miglia et è quadra, di sorte che nessun lato del quadro è maggiore o piú lungo dell’altro et ciascun è di miglia sei, et è murata di mura di terra che sono grosse dalla parte di sotto circa dieci passa, ma dalli fondamenti in su si vanno minuendo, talmente che nella parte di sopra non sono piú di grossezza di tre passa, et a torno a torno sono merli bianchi. [5] Tutta la città adunque è tirata per linea, imperoché le strade generali dall’una parte all’altra sono cosí dritte per linea che, se alcuno montasse sopra il muro d’una porta et guardasse a drittura, può vedere la porta dall’altra banda a riscontro di quella. [6] Et per tutto, dai lati di ciascheduna strada generale, sono stanze et botteghe di qualunque maniera, et tutti i terreni sopra li quali sono fatte le habitationi per la città sono quadri et tirati per linea, et in ciascheduno terreno vi sono spatiosi et gran palazzi, con sufficienti corti et giardini. [7] Et questi tali terreni sono dati a ciascuno capo di casa, cioè il tale di tal progenie hebbe questo terreno, et il tale della tale hebbe quell’altro, et cosí di mano in mano. [8] Et circa ciascuno terreno cosí quadro sono belle vie per le quali si cammina, et in questo modo tutta la città di dentro è disposta per quadro, come è un tavoliero da scacchi, et |25r| è cosí bella et maestrevolmente disposta che non saria possibile in alcun modo raccontarlo. [9] Il muro della città ha dodici porte, cioè tre per ciascun quadro, et sopra ciascuna porta et cantone di quadro è un gran palazzo molto bello, talmente che in ciascuno quadro di muro sono cinque palazzi, i quali hanno grandi et large sale, dove stanno l’armi di quelli che custodiscono la città, perché ciascuna porta è custodita per mille huomini. [10] Né credasi che tal cosa si faccia per paura di gente alcuna, ma solamente per honore et eccellenza del signore; nondimeno, per il detto degli astrologhi, si ha non so che di sospetto della gente del Cataio. [11] Et in mezzo della città è una gran campana, sopra un grande et alto palazzo, la quale si suona di notte, acciò che doppo il terzo suono nessuno ardisca andare per la città, se non in caso di necessità per donna che partorisca o di huomo infermo; et quelli che vanno per giusta causa deono portar lumi con esso loro. [12] Item fuor della città per ciascuna porta sono grandissimi borghi o vero contrade, di modo che ’l borgo di ciascuna porta si toccha con li borghi delle porte dell’uno et l’altro lato, et durano per lunghezza tre et quattro miglia, a tal che sono piú quelli che habitano ne’ borghi che quelli che habitano nella città. [13] Et in ciascun borgho o vero contrada, forse per un miglio lontano dalla città, sono molti fondachi et belli, ne’ quali alloggiano i mercatanti che vengono di qualunque luogo; et a cadauna sorte di gente è diputato un fondacho, come si direbbe a’ Lombardi uno, a’ Todeschi un altro, a’ Francesi un altro. [14] Et vi sono femmine da partito venticinquemila, computate quelle della città nuova et quelle de’ borghi della città vecchia, le quali servono de’ suoi corpi agli huomini per danari. [15] Et hanno un capitano generale, et per ciascheduno centenaio et ciascuno migliaio vi è un capo, et tutti rispondono al generale; et la causa perché queste femmine hanno capitano è perché, ogni volta che vengono ambasciadori al Gran Can per cose et facende di esso signore, et che stanno alle spese di quello, le quali lor vengono fatte honoratissime, questo capitano è obligato di dare ogni notte a’ detti ambasciadori et a ciascuno della famiglia una femmina da partito, et ogni notte si cambiano, et non hanno alcun prezzo, imperoché questo è il tributo che pagano al Gran Can. [16] Oltre di ciò, le guardie cavalcano sempre la notte per la città a trenta et a quaranta, cercando et investigando se alcuna persona ad hora straordinaria, cioè doppo il terzo suono della campana, vada per la città: et trovandosi alcuno si prende et subito ponsi in prigione, et la mattina gli officiali a ciò deputati lo essaminano, et trovandolo colpevole di qualche menfatto li danno, secondo la qualità di quello, piú et mancho battiture con uno bastone, per le quali alcune volte ne periscono. [17] Et a questo modo sono puniti gli huomini de’ loro delitti, et non vogliono tra loro sparger sangue, però che i loro “bachsi”, cioè sapienti astrologhi, dicono esser male a spargere il sangue humano. [18] Detto è adunque delle continentie della città di Taidu; hora diremo come nella città i Cataini si volsero ribellare.