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[0] Della città di Lop et del deserto che è vicino; et delle cose mirabili che sentono passando per quello. Cap. 35.

[1] Lop è una città dalla qual partendosi s’entra in un gran deserto, il qual similmente si chiama Lop, posto fra greco et levante; et la città è del Gran Can, le cui genti osservano la legge di Macometto. [2] Et quelli che vogliono passar il deserto riposano in questa città per molti giorni, per preparar le cose necessarie per il cammino, et cargati molti asini forti et camelli di vettovaglie et mercantie, se le consumano avanti che possino passarlo, ammazzano gli asini et camelli et li mangiano; ma menano per il piú li camelli, perché portano gran cariche et sono di poco cibo. [3] Et le vettovaglie deono essere per un mese, perché tanto stanno a passarlo per il traverso, perché alla lunga saria quasi impossibile a poterlo passare, non potendosi portare vittuaria a sufficienza, per la lunghezza del cammino, che dureria quasi un anno. [4] Et in queste trenta giornate sempre si va per pianura di arena et per montagne sterili, et sempre in capo di ciascuna giornata si truova acqua, non già a bastanza per molta gente, ma |12r| per cinquanta o vero cento huomini con le loro bestie: et in tre o vero quattro luoghi si trova acqua salsa et amara, et tutte le altre acque sono buone et dolci, che sono circa ventiotto. [5] In questo deserto non habitano bestie né uccelli, perché non vi trovano da vivere. [6] Dicono per cosa manifesta che nel detto deserto vi habitano molti spiriti, che fanno agli viandanti grandi et maravigliose illusioni per fargli perire, perché a tempo di giorno, se alcuno riman adietro o per dormire o per altri suoi necessarii bisogni, et che la compagnia passi alcun colle che non lo possino piú veder, subito si sentono chiamar per nome et parlar a similitudine della voce d’i compagni, et credendo che siano alcun di quelli vanno fuor del cammino, et non sapendo dove andar periscono. [7] Alcune fiate di notte sentiranno a modo de impeto di qualche gran cavalcata di gente fuor di strada, et credendo che siano della sua compagnia se ne vanno dove sentono il rumore, et fatto il giorno si trovano ingannati et capitano male. [8] Similmente di giorno, se alcun riman adietro, gli spiriti appareno in forma di compagni et lo chiaman per nome et lo fanno andar fuor di strada. [9] Et ne sono stati di quelli che, passando per questo deserto, hanno veduto un essercito di gente che gli veniva incontro, et dubitando che vogliano rubbarli si han messo a fuggire, et lasciata la strada maestra, non sapendo piú in quella ritornare, miseramente sono mancati dalla fame. [10] Et veramente sono cose maravigliose et fuor di ogni credenza quelle che vengono narrate che fanno questi spiriti in detto deserto, che alle fiate per aere fanno sentire suoni di varii et diversi instrumenti di musica et similmente tamburi et strepiti di arme: et però costumano d’andar molto stretti in compagnia, et avanti che comenzino a dormire mettono un segnal verso che parte hanno da camminare, et a tutti li loro animali legano al collo una campanella, qual sentendosi non li lascia uscire di strada; et con grandi travagli et pericoli è di bisogno di passar per detto deserto.