[0] Come Cingis Can fu il primo imperator de’ Tartari, et come el combatté con Umcan et lo ruppe et prese tutto il suo paese. Cap. 43.
[1] Avvenne che, circa l’anno del nostro Signore MCLXII, essendo stati i Tartari per certo tempo in quelle parti, elessero in loro re uno che si chiamava Cingis Can, huomo integerrimo, di molta sapienza, eloquente et valoroso nell’armi, qual cominciò a reggere con tanta giustitia et modestia, che non come signore ma come dio era da tutti amato et reverito; di modo che, spargendosi per il mondo la fama del valor et virtú sua, tutti i Tartari che erano in diverse parti del mondo si ridussero all’obedienza sua. [2] Costui, vedendosi signore di tanti valorosi huomini, essendo di gran core, volse uscire di quelli deserti et luoghi salvatichi, et havendo ordinato che si preparassero con gl’archi et altre armi, perché con gli archi erano valenti et bene ammaestrati, havendosi con quelli essercitati mentre erano pastori, cominciò a soggiogar città et provincie. [3] Et tanta era la fama della giustitia et bontà sua, che dove l’andava cadauno veniva a rendersi, et beato era colui che poteva esser nella gratia sua, di modo che ’l acquistò circa nove provincie. [4] Et questo puoté ragionevolmente avvenire, perché allora in quelle parti le terre et provincie o si reggevano a commune, o vero cadauna haveva il suo re et signore, fra li quali non vi essendo unione, da se stessi non potean resistere a tanta moltitudine. [5] Et acquistate et prese che havea le provincie et città, metteva in quelle governatori di tal sorte giusti che li popoli non erano offesi né in la persona né in la robba, et tutti li principali menava seco in altre provincie, con gran provisione et doni. [6] Vedendo Cingis Can che la fortuna cosí prosperamente li succedeva, si propose di tentar maggior cose. [7] Mandò adunque suoi ambassadori al Prete Gianni simulatamente, conciosiach’egli veramente sapeva che ’l detto non prestarebbe audienza alle lor parole, et gli fece dimandare la figliuola per moglie. [8] Il che udito dal Prete Gianni, tutto adirato disse: «Onde è tanta presonzione in Cingis Can, che sapendo che è mio servo mi dimandi mia figliuola? [9] Partitevi dal mio cospetto immediate, et diteli che se mai piú mi farà simil dimande il farò morire miseramente». [10] La qual cosa havendo udito Cingis, si turbò fuor di modo e, congregato un grandissimo essercito, andò con quello a mettersi nel paese del Prete Gianni, in una gran pianura che si chiama Tenduch, et mandò a dire al re che si difendesse: qual simil|14r|mente con grande essercito se ne venne nella detta pianura, et erano lontani un dall’altro circa dieci miglia. [11] Et quivi Cingis comandò alli suoi astrologhi et incantatori che dovessero dire qual essercito dovea haver vittoria: costoro, presa una canna verde, la divisero in duoi parti per longo, le qual posero in terra lontane una dall’altra, et scrissero sopra una il nome di Cingis et sopra l’altra de Umcan, et dissero al re che, come loro leggeranno le sue scongiure, per potenza degl’idoli queste canne veniranno una contra l’altra, et quel re haverà la vittoria la cui canna montarà sopra l’altra. [12] Et essendo concorso tutto l’essercito a vedere questa cosa, domente che gli astrologhi leggevan i libri d’i suoi incanti, questi duoi pezzi di canne si mossero, et pareva che uno si levasse contra l’altro: alla fine, dapoi alquanto di spatio, quella di Cingis montò sopra di quella di Umcan. [13] Il che veduto dai Tartari et da Cingis, con grande allegrezza andorono ad affrontar l’essercito di Umcan, et quello ruppero et fracassorono, et fu morto Umcan et tolto il regno, et Cingis prese per moglie la figliuola di quello. [14] Doppo questa battaglia, Cingis andò anni sei continuamente acquistando regni et cittade; alla fine, essendo sotto un castello detto Thaigin, fu ferito con una saetta in un ginocchio et morse, et fu sepolto nel monte Altay. |
R I 42 ↩ | R I 43 | ↪ R I 44 |