AMBRACANO
R III 34 8 (ambra); R III 35 2; R III 35 6; R III 36 7 (ambracan); R III 37 11.
ambre, anbre F; ambra L; ambra, ambrum P; anbra, olio V; anbro VA; anbra VB; ambrum, ambrum canum Z.
BIBLIOGRAFIA – Brunello 1986, p. 34; Cardona 1975, pp. 539-540; EI2, I, pp. 498-499; Pelliot 1959-1973, pp. 32-38 n. 21.
L’ambra, detta anche “ambra grigia” o “ambracano” (ambra grisea, ar. ʿanbar), è una concrezione grigia prodotta dalle balene e reperibile nelle acque e sulle coste dell’Oceano Indiano. Sin dall’antichità veniva usata per la fabbricazione di aromi e profumi ed era molto apprezzata in Oriente anche per le sue virtù medicamentose, in particolare per la cura dello stomaco e di altri organi interni (Brunello 1986, p. 34). Già nel X secolo le fonti segnalano il porto di Aden come centro di smistamento del prodotto verso oriente e verso occidente, tanto che sarebbe stato il ritrovamento di un enorme pezzo di ambra a finanziare la costruzione della moschea cittadina. Secondo il viaggiatore arabo Ibn al-Muǧāwir (fl. 1228) l’ambra era facilmente reperibile nelle acque tra Aden e Bab el-Mandeb, dove veniva raccolta dai pescatori e rivenduta ai mercanti o alle navi di passaggio. Essa veniva anche raccolta sulle coste vicine alla città portuale, oppure importata dall’isola di Sokotra, che viene segnalata come una delle più rilevanti fonti di approvvigionamento sia da Polo che da autori arabi posteriori.
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