ORMUS
R I 9 2 (Cremessor); R I 11 7; R I 14 13; R I 15 0; R I 15 2; R I 15 3; R I 15 8; R I 15 9; R I 15 10; R I 16 0; R I 16 1; R I 16 3; R I 16 5; R I 17 0; R I 17 1; R I 17 2; R III 20 20; R III 24 2; R III 43 2; R III 43 7; R III 43 10; R III 44 0; R III 44 1.
Cremosor, Cormos(e), Curmos(a), Formose F; Carmosa, Cormos(a), Cremosa, Curmos(a), Planum Formose L; Cormos, Curmosa, Formosa P; Chremoso, Chuimes, Churmai, C(h)urmos, Eromos, Pianura Belissima, Uiruosa V; Chormos, Chormoxe, Chremosor, Churmos, Cremoxa, pian de Formosa VA; Chormusa, Cormes, Cormus, Cremosa, Ormes, Ormos, Piano de Formose VB; C(h)ormos, Curmos(a) Z.
BIBLIOGRAFIA – Cardona 1975, pp. 606-607; EI2, III, pp. 584-86; EIr, XII, pp. 470-476; Fiorani Piacentini 1982; Iqtidārī 1969, pp. 726-737; Le Strange 1966, pp. 292, 295, 318-321; Pelliot 1959-1973, num. 194; Schwarz 1969, pp. 254, 279, 284-285.
Hormuz (Hormoz, Ormuz, Ormus) è il nome dell'abitato, sito nell’isola di Jarūn nel Golfo Persico, che dà il nome allo stretto omonimo definito, più a S, dalle coste dell'Oman. Anticamente indicava una città posta sulla costa in prossimità dello stretto, in un’area caratterizzata dalla presenza di insediamenti umani risalenti a tempi preistorici. Menzionata nelle fonti antiche in relazione alla spedizione di Alessandro Magno (per esempio, in Arriano, Indiké, XXXIII 2-3, è chiamata Harmozia; Armysia/Armuzia in Plinio Naturalis Historia, VI 107), la città H. e i territori circostanti entrarono nell'orbita del nascente califfato arabo-islamico a partire dal 650-651 d.C. Nel X secolo, H. era un importante scalo marittimo a cui facevano capo le vie commerciali che attraversavano le regioni iraniche orientali del Kermān e del Sistān. Su questo aspetto si veda in particolare Fiorani Piacentini 1982. Ampia e ben costruita, era il principale centro commerciale del Kermān ed era situata all’estremità di una baia. L'entroterra, a vocazione agricola (miglio, palma da dattero, canna da zucchero), era costellato di centri abitati in cui si trovavano magazzini di stoccaggio, e il fatto che il geografo arabo Idrīsī (1150 ca.) la chiami al-Hurmūz al-sāḥiliyya (“la Hormuz costiera”; Idrīsī, p. 424) lascia intendere che, come nel caso di molti altri toponimi dell’area iranica, H. indicasse anche altri siti posti all’interno e/o l'intera regione circostante. Agli inizi del XII secolo, H. divenne la sede di una dinastia locale di probabile origine omanita, a cui si deve lo sviluppo di alcune altre città poste sulla costa d’Oman, come Qalḥāt and Julfār. La posizione geografica e l'importanza dei commerci che vi si svolgevano fecero sì che i principi del piccolo principato di H. conducessero una politica di alterne alleanze con le maggiori potenze confinanti, gli atābeg del Fārs e i selgiuchidi del Kermān. Nel 1228, il sovrano di H. conquistò la vicina grande isola di Qays, l’odierna Kish (Iran), per conto degli atābeg salghuridi, divenuti tributari dei mongoli, che governavano la regione del Fārs e sotto la cui piena sovranità l'isola fu trasferita qualche anno dopo, agli inizi del regno del salghuride Abū Bakr Qutlugh Khān (1231-1260). Verso la fine del secolo, dopo il 1278, una crisi dinastica comportò un sensibile indebolimento del principato di H., aggravato dalle continue ingerenze delle potenze confinanti nella politica del piccolo regno costiero. Questo stato di cose non impedì comunque a Marco Polo di visitare la città in ben due occasioni (1272, 1293), che ne segnala il clima difficilissimo e il fiorente commercio. Tre anni dopo, nel 1296, Bahāʾ al-Dīn Ayāz – già schiavo personale e confidente di Nuṣrat, principe di Hormuz vittima delle lotte dinastiche che segnarono questo periodo del principato – riuscì a prendere il controllo della città con l'appoggio del governatore del Fārs, regione che da dieci anni era ormai sotto il diretto controllo degli īl-khān mongoli d'Iran. A quell'epoca risale lo spostamento dell’intera popolazione sulla piccola isola di Jarūn, decisa da Ayāz a causa delle reiterate incursioni in funzione anti-ilkhanide di distaccamenti mongoli ciagataici nell'area SE dell’Iran, il cui sovrano, Duwa (1291 ca.-1306), fu strenuo promotore della religione dei padri e della vita nomadica mongola tradizionale. Le ampie rovine di quello che un tempo fu il porto dell'antica H. sono situate 15 chilometri all'interno dell'attuale linea di costa e 10 chilometri a SO della città di Mīnāb, nei pressi di un'insenatura comunicante con l'omonimo fiume ora non più accessibile alle imbarcazioni (Iqtidārī 1969, pp. 726-737).
[SC]
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